Cosenza, Pagliuso lascia: “Regalo le quote, non ne posso più”

I tifosi, le delusioni calcistiche, le critiche eccessive che, negli ultimi tempi, si sono fatte sempre più intense. Luca Pagliuso, azionista di maggioranza del Cosenza, non ce la fa più e getta la spugna.

Vuole lasciare il club e annuncia di essere disposto a cedere le azioni in suo possesso anche a titolo gratuito: tutto detto davanti au microfoni di Cosenza Channel, i cui giornalisti hanno potuto registrare una conferenza stampa di più di un’ora.

Di cose da dire, Pagliuso, ne aveva eccome: misura colma, non ce la faceva più. Nè, puntando il dito contro tutto l’ambiente che negli ultimi periodi è stato ostile al suo Cosenza ha voluto per questo scrollarsi di dosso responsabilità che – confessa il patron – sono anche sue. Diviso a blocchi, lo sfogo è articolato e dettagliato.

La prima parte del pensiero di Pagliuso:


“Sono qui per prendermi tutte le responsabilità delle cose che non hanno funzionato, ma voglio fare chiarezza su tutto. La squadra non sta entusiasmando ma ad onor del vero siamo partiti con una prospettiva differente da quella che viviamo oggi. Siamo a due punti dai playoff e nulla è compromesso. Abbiamo incontrato tantissime difficoltà. Io ho le mie responsabilità perchè dal primo luglio in poi ho preso le mie decisioni e sono entrato anche nel merito delle questioni tecniche. Il dirigente in genere, e questo è il mio caso, è innamorato della squadra e con passione cerca di fare il suo meglio. Non siamo primi e siamo spesso al centro di attacchi duri e insensati. Sono costantemente sotto la lente d’ingrandimento e vengo in modo immotivato attaccato da un certo tipo di stampa. Questo ha contribuito a fare intorno al Cosenza terra bruciata oltre ad avermi stancato”.

Epilogo amaro, inatteso, per chi sognava di fare grande il Cosenza e che proprio in patria è stato trasformato in tutt’altro tranne che profeta. L’amarezza di Pagliuso, in ogni caso, non ne offusca la lucidità: secondo il patron, infatti, è stata portata avanti una manovra trasversale e premeditata da parte di una porzione di tifo e diretti interessati che orbitano intorno alla società:

“Se dirigenti come Castagnini ed Urban e un allenatore come Somma vengono fischiati quasi subito è lecito pensare che ci sia premeditazione. Questo club ha sotto contratto 43 dipendenti, troppe persone, tante di queste non lavorano per il Cosenza. Non sono più in grado di corrispondere stipendi a tutti, per cui sono costretto a mollare. Nessuno venga a dirmi, chiamato in causa in un momento di difficoltà e giunto a dare una mano in maniera pesante, che il Cosenza rischia di fallire per colpa mia. Metterò le quote a disposizione di un tecnico che avrà il compito di parlare con nuovi imprenditori disposti a prelevarle gratis, perchè io ho a cuore le sorti di questo club. Il mio sogno era di portare il Cosenza in Serie B restituendo a città e tifosi il maltorto. Pensavo fosse più facile ma ho trovato difficoltà e ostacoli spesso incomprensibili. Ora mi faccio da parte con la coscienza pulita“.

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