Paparesta dalla parte dei raccatta palle

Secondo alcuni maliziosi cronisti, i raccattapalle sarebbero allenati dalle società per danneggiare gli avversari. Ma c’è chi come Paparesta li difende. 

Il racconto della Gazzetta dello Sport

Raccattapalle istruiti per danneggiare gli avversari o soltanto ragazzini di 11 anni un po’ distratti e pasticcioni? Fa discutere il caso di Bari-Latina Primavera, finita 2-1 sul campo e trasformata in 0-3 dal giudice sportivo dopo aver letto il referto dell’arbitro Di Gioia di Nola, che ha raccontato di avere dovuto allontanare 10 raccattapalle che ritardavano la consegna del pallone. Per il Bari si espone il presidente Gianluca Paparesta: “Ero allo stadio e abbiamo messo sul sito le immagini di quanto accaduto. Lo 0-3 è incredibile. Tra l’altro, non c’è l’obbligo di avere i raccattapalle e noi li mettiamo per agevolare il recupero del pallone visto che c’è anche la pista di atletica”.

BUONA FEDE —Due i fatti di rilievo, secondo il Bari. Il primo al 36′: dietro la porta barese un raccattapalle non riesce a intercettare il pallone lanciato dall’amico, così il pallone stesso rotola lentamente in area, ma l’azione è distante. Due minuti dopo, all’altezza delle panchine, un altro ragazzino restituisce la palla al Latina in modo un po’ maldestro e l’arbitro caccia tutti. “Non c’era malizia, la sconfitta a tavolino crea un precedente pericoloso. Se è stato perso tempo, l’arbitro con i 5 minuti di extra time l’ha recuperato. Faremo ricorso, il danno d’immagine è enorme”, tuona Paparesta. Marco Ghirotto, tecnico della Primavera del Latina, dice che l’arbitro “ha scritto la verità, tutti i raccattapalle si comportavano allo stesso modo, viene il sospetto che ci fosse una regia”. Le immagini danno ragione sia a Paparesta sia a Ghirotto: i raccattapalle non sembravano avere molta voglia di accelerare la ripresa del gioco – e i giocatori del Latina se ne lamentavano – ma è difficile capire se si sia trattato di ritardi studiati o il comportamento svagato di ragazzini di 11 anni. Cose, però, che si vedono su tutti i campi e mai nessuno ha perso la gara a tavolino per questo.

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