Addio Socrates, il ricordo di Rossi e Antognoni

Ne avevamo riferito il ricovero in gravi condizioni e, purtoppo, Socrates non ha superato la notte. Il calciatore brasiliano è deceduto per un’infezione intestinale: ad annunciare la morte del 57enne, l’ospedale Albert Einstein di San Paolo in cui era ricoverato.

Il decesso alle 4.30 di mattina in seguito a shock setticemico. Il Dottore ha scritto pagine calcistiche che resteranno impresse per sempre. Il palmares e la carriera professionale sono lì a indicarne il perché. Tra la serie di parole di cordoglio che si sono avvicendate in queste ore, paiono significative quelle di Giancarlo Antognoni – con cui Socrates ha giovcato nella Fiorentina – e quelle di Paolo Rossi – che ricorda il mondiale, per l’Italia trionfale, dell’1982. L’ex fantasista viola:

“La scomparsa di Socrates è una perdita grave per il calcio. Era un bravo ragazzo, nello spogliatoio era molto rispettato. È stato un solo anno in Italia, troppo poco per far vedere il proprio valore. Era il 1984-85, io ero infortunato e ho vissuto quella stagione dall’esterno, ma con Socrates avevo instaurato un bel rapporto. È stato un buon capitano del Brasile e l’ho incontrato anche nell’82 con la Nazionale ai Mondiali, ci fece gol. È vero che amava bere birra e parlare di politica, era diverso dagli altri. I brasiliani hanno una mentalità diversa e per loro il calcio è divertimento”.

Pablito:

“Dispiace molto: è un pezzo della nostra storia che si stacca e va via. Ricordo il gol che segnò a Zoff nell’82: era l’uno a uno, non potevo credere che arrivasse su quel pallone, sembrava lento e invece non lo era”.

Lascia un commento