Campagna “Salva un bambino”, la Lega di Serie B si mobilita

Una causa nobile e una Lega che da sempre è attenta a ogni tipo di dinamica sociale, nell’ottica di una sensibilizzazione su larga scala di alcuni problemi molto forti e importanti anche dal punto di vista morale. In questo caso, si tratta di un progetto denominato “Salva un bambino”, che mira a sostenere tutti quei bambini che sono rimasti orfani, vivono nella più completa povertà e non hanno i mezzi per poter affrontare la vita di tutti i giorni. 

La campagna “Salva un bambino” vuole restituire loro un sogno, quello di poter crescere con l’affetto di una vera famiglia, così come poter studiare e conservare gelosamente la speranza di poter avere un futuro migliore rispetto ad un’infanzia terribile.

La Lega di Serie B ha deciso di sostenere il progetto di “Amore e Libertà Onlus” in due modi. Il primo è che in tutti gli stadi, durante l’ottava giornata, nel momento in cui faranno il loro ingresso i calciatori delle squadre sul campo, verrà esposto in mezzo al campo uno striscione con l’intento di sensibilizzare non solo i tifosi presenti allo stadio, ma anche chi guarda il match da casa, in merito a questo particolare progetto. La campagna “Salva un bambino” verrà supportata anche tramite un filmato che verrà trasmesso sui vari maxischermi degli stadi e pure tramite un messaggio audio che verrà letto dallo speaker dei vari stadi.

Come si garantisce sostegno a questa campagna? Tutto molto semplice, dal momento che si può chiamare da rete fissa il 45589 oppure inviare un sms allo stesso numero. Un’iniziativa che ha come principale obiettivo quello di ridare speranza e garantire supporto quotidiano a ben 900 bambini e ragazzi che non hanno alcun tipo di sostegno da parte di una famiglia, mediante degli interventi di accoglienza, formazione a livello scolastico e sostegno dal punto di vista sociale. Dove? Nel centro di accoglienza di Impruneta, in provincia di Firenze, dove vengono accolti bambini e ragazzi, non solo italiani, ma anche stranieri, che non hanno alcun tipo di sostegno familiare. Stesso discorso per il centro di accoglienza a Kinshasa nel quartiere di Masina III e a Kimpoko, nella Repubblica Democratica del Congo. Via | Legab

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