Il difficile rapporto del San Marino con il calcio, raccontato dall’allenatore Marco Ragini

Stando a quanto riferito da diverse testate giornalistiche, sembrerebbe che le Nazionali del San Marino Calcio non godono di buona fama in ambito internazionale: la Nazionale A è attualmente in posizione 205 del ranking della FIFA, nessuna vittoria in scontri ufficiale e pochi pareggi, certo non ne fanno una squadra competitiva.

Ci siamo chiesti le ragioni di questi insuccessi ed abbiamo trovato delle risposte nel blog dell’allenatore Marco Ragini, che da anni collabora con le Nazionali di San Marino, che vanno oltre la ovvia disponibilità di giocatori in una nazione di trentamila abitanti. Bisogna tenere in considerazione il fatto che ormai il calcio è uno dei più grandi business al mondo e le Nazionali più forti sono, oltre a quelle che annoverano in squadra i migliori giocatori, quelle che possono spendere esose cifre per il mantenimento di una squadra, con tutto quello che ne deriva: turni di allenamento, infrastrutture, personale addetto; in quest’ottica un piccolo Stato non può certo permettersi grossi investimenti.

A questo bisogna aggiungere che molti dei giocatori delle Nazionali disputano le proprie gare con le maglie di squadre in campionati inferiori e poche sono state le eccezioni: negli ultimi anni, ricordiamo Aldo Simoncini, portiere nella rosa del Cesena, e Massimo Bonini, campione della Juventus negli anni ’80. Non dimentichiamo infine che stiamo parlando di una squadra giovane e poco rodata: San Marino infatti dispone di sua Nazionale solo dal 1986 ed ha ottenuto l’affiliazione alla FIFA ed alla UEFA solo due anni più tardi, dopo un periodo di provvisorio; e la partita ufficiale di esordio si svolse contro la Svizzera il 14 Novembre 1990.

Ma forse qualcosa sta cambiando e dovremo aspettare le prossime gare ufficiali per scoprire se ci sarà un miglioramento: come conferma l’allenatore Marco Ragini, è in atto una lenta ma graduale trasformazione sotto il profilo strutturale ed organizzativo, “cambiando modulo con una condotta ed una mentalità meno rinunciataria, al fine di riuscire a dare il massimo nel gioco”.

Lascia un commento