Padovano spacciatore su facebook l’accusa di papà Iuliano

Michele Padovano è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Torino a otto anni e otto mesi per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

L’ex campione d’Europa (ha vinto una coppa dei Campioni con la Juventus) con trascorsi a Cosenza, Pisa, Reggio Emilia (ha giocato nella Reggiana) e Como se l’è per altro vista bene, poiché il pm aveva avanzato per lui la richiesta di 24 anni di reclusione per nove capi di imputazione complessivi (per tre dei quali è stato assolto).

Lo scorso 10 maggio 2006, Padovano era stato arrrestato con l’accusa di aver finanziato un traffico di droga e di averne ceduta diversa quantità all’ex compagno di sqaudra del Genoa, Nicola Caricola (venne coinvolto, allora, anche Gianluca Vialli). I trascorsi sportivi più recenti lo hanno visto dirigente sportivo dell’Alessandria (da febbraio a maggio 2006) e  consulente di mercato della Pro Patria.

Nello specifico, Padovano venne arrestato durante una operazione internazionale finalizzata all’emersione di un traffico di hashish che giungeva in Italia dalla Spagna attraverso camion carichi di arance. Ai domiciliari fino al 2007, poi il processo che si è concluso con la sentenza di ieri.

Ad avvalllare la tesi secondo cui avrebbe rifornito decine di calciatori, anche l’accusa del padre di Mark Iuliano che, tramite la propria pagina facebook riferisce che

Padovano è colpevole, riforniva anche i calciatori della Juventus tra cui mio figlio (trovato positivo a un metabolita della cocaina nel 2008 e sospeso per due anni, ndr)”.

Tra le altre cose riferite dal signor Iuliano, anche l’insinuazione di un dubbio:

“resta ancora aperta la sua responsabilità sul caso Bergamini“. Donato “Denis” Bergamini era compagno di squadra di Padovano al Cosenza quando si gettò (ma l’inchiesta per accertare gli avvenimenti è ancora in corso) sotto le ruote di un tir. Aveva 27 anni.

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