Il Piacenza e Riccardi indagati per frode sportiva

L’accusa – che vede nuovamente coinvolto il Piacenza calcio – è avanzata dalla Guardia di Finanza ed è di frode sportiva.

Sotto indagine finiscono il club emiliano nella figura dell’amministratore delegato della società negli anni compresi tra il 2006 e il 2009, Maurizio Riccardi, e 21 procuratori sportivi.

La GdF e il Nucleo di Polizia Tributaria di Piacenza hanno portato alla luce un sistema di frode finalizzato all’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

In una nota ufficializzata, viene dettagliato che

“la società, per esercitare un maggiore richiamo sui calciatori, si accollava i costi relativi ai loro procuratori. Con questo sistema i costi di competenza dei calciatori, per l’attività svolta dai loro procuratori sportivi, venivano sostenuti dalla società di calcio, che, così facendo, aveva maggiore appeal sui calciatori in procinto di cambiare squadra e indubbi vantaggi sul piano fiscale aumentando indebitamente i propri costi”.

Non solo: tra le righe del documento vengono sviscerati anche i numeri relativi alla frode:

“I costi non deducibili accertati ammontano a circa 345 mila euro, le ritenute Irpef non operate e l’Iva non versata superiori, entrambe, a 700 mila e l’iva dovuta superiore a 160 mila euro. È stata anche accertata una base imponibile Irap sottratta a tassazione superiore a un milione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre un milione. Dall’esame dei rapporti contrattuali di oltre 30 calciatori professionisti (alcuni militano attualmente in squadre di vertice del massimo campionato italiano), sono emersi casi di frode sportiva relativi alla sottoscrizione e deposito di contratti di mandato, posti in essere da agenti e calciatori, che saranno vagliati ed eventualmente sanzionati dalla commissione agenti istituita presso la Figc”.

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