Pavia, Domenicali è il nuovo allenatore

Dopo l’addio di Benny Carbone, che ha allenato il Pavia lo scorso anno nella parte finale del campionato, portando la società pavese a conquistarsi una meritata salvezza in Prima Divisione senza passare per le forche caudine dei playout, la società bianco blu ha deciso di affidare la panchina a Manuele Domenicali. Benny carbone, infatti, ha deciso di non rinunciare all’ottima offerta della panchina del Varese in Serie B e il Pavia non ha certo voluto mettere i bastoni fra le ruote all’ascesa da allenatore dell’ex fantasista. Dunque, però, si riparte da Manuele «Lele» Domenicali, che comincia da allenatore tra i dilettanti alla Rivanazzanese, alla Mezzanese, portate in Promozione. Passa poi in Serie D al Borgosesia, al Derthona e al Voghera. L’anno dopo è a Isernia: viene esonerato e richiamato. Si salva ma il club a fine stagione fallisce. Nel 2004-2005 a Gela ottiene una storica C1, poi a Pisa incappa in un’altra difficile situazione societaria. Fa bene a Catanzaro e nel 2007-2008 benissimo a Portogruaro.

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L’addio di Breda e un altro granata (Reggina) che lo attende…

Non sono bastati oltre 25mila tifosi alla Salernitana per approdare in Serie B ai danni dell’Hellas Verona. La città ha fatto sentire tutto il suo affetto alla squadra e all’allenatore, quel Roberto Breda che a fine gara ha chiesto ai suoi giocatori di andare sotto la curva “a testa alta”. Anche lui ci è andata, con le lacrime a rigargli il volto, perché forse, adesso, è davvero l’ultima volta a Salerno. Lui tentenna, poi ammette: “E’ qui che mi hanno fatto diventare giocatore prima e allenatore poi”. Giocatore, ai temi del calcio spumeggiante di Delio Rossi e della Serie A, e allenatore poi quando per un periodo era stato convinto da Vincenzo De Luca a fare anche l’assessore allo sport. Troppo forte il richiamo della panchina.

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Piacenza, Garilli lascia. Il rischio è la Serie D

Continuano e si fanno ogni giorno più forti i problemi del Piacenza, neo retrocesso in Prima Divisione. Garilli, ormai da tutti gli addetti ai lavori considerato l’ex presidente della squadra biancorossa, ha incontrato già il sindaco Reggi a Palazzo Mercanti. Nel corso dell’incontro gli avrebbe comunicato – in maniera inderogabile – la volontà di lasciare la società, anche nell’eventualità in cui fosse arrivata la salvezza. Ha spiegato anche che si accollerà i debiti della sua gestione, confermando che chiunque dovesse riuscire a comprare la società, almeno ripartirà da zero.

Ciò non toglie che di soldi ne servono comunque e tanti: 10 milioni di euro per l’iscrizione alla Lega Pro, entro il 30 giugno. Questo il termine ultimo.

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Dietrofront Zeman: «Lascio il Foggia»

Addio al sogno di Zemanlandia a Foggia. A pochi giorni di distanza dalla fine del campionato, Zdenek Zeman ha convocato i giornalisti e annunciato che l’anno prossimo non allenerà più la squadra pugliese: «Con il Foggia – ha detto – non sono riuscito a vincere il campionato, ed era questo l’obiettivo che mi ero prefissato. Non essendo sicuro di poterci riuscire l’anno prossimo, lascio la squadra».

Il tecnico boemo ha confermato che la società ha cercato di farlo restare, ma Zeman è fatto così. Lascia senza polemiche verso la città e la società. Ma le polemiche ci sono, eccome. Sentite: «Sto diventando un po’ nervoso negli ultimi tempi – ha detto ancora – quest’anno non ho preso la squalifica ma penso che il prossimo anno sarebbe successo». Il riferimento è «agli arbitraggi, alle inchieste». «C’è una inchiesta – ha affermato – per la partita contro il Gela che non si sa che fine ha fatto, un’inchiesta su quella a Siracusa che non si sa che fine ha fatto, almeno sino ad ora». E poi ha concluso lapidario sull’argomento: «Sono persuaso che abbiamo avuto troppi torti».

Zdenek Zeman ha anche riferito di aver parlato venerdì scorso con i dirigenti della società: «Non sono riuscito a vincere il campionato – ha detto – reputo questo una sconfitta. Ho regalato questo sogno ma bisogna vivere di realtà. Il mio obiettivo ad inizio stagione era salire, alla società andava bene una salvezza tranquilla. Non è detto che senza di me i giocatori vadano tutti via. Tornando indietro nel tempo, avrei comunque accettato questa scommessa. La mia decisione è stata ovviamente comunicata alla società. Ci sono altre sfaccettature di cui non parlo e che per me non sono importanti».

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