Como, bomber Filippini segna un gol a partita

Alberto Filippini da Como. E’ uomo copertina della prima divisione girone A dopo il terzo turno nonostante il suo club non sia riuscito a battere il Sorrento.

Stesso cognome di due che, nel calcio, hanno saputo scrivere pagine di provincia assai significative: pensiamo ai gemelli Filippini, Emanuele e Antonio, in grado di segnare in modo indelebile la bella storia di quel Brescia là, che si aggrappava ai funambolici centrocampisti per macinare chilometri di campo. In casa e in trasferta.

Nella speranza che l’accostamento nominale possa portargli solo bene – e che sappia scrivere inchiostri di pagine di storia lariana – va detto che Alberto Filippini di mestiere fa l’attaccante e che il suo compito, fin qui, lo sta svolgendo nel migliore dei modi.

Classe 1987 e una carriera alle spalle che lo ha visto indossare le maglie di Atalanta, Venezia, Salernitana e Sassuolo, Filippini si è legato ai comaschi per due stagioni ma il suo è in realtà un ritorno, visto che militava tra i lariani nel 2010 (12 presenze e 2 reti) prima di essere trasferito al Padova.

Encomiabile nel corso degli allenamenti, la punta ha convinto con sudore e lavoro mister Ernestino Ramella a puntare sulle sue prestazioni. 181 centimetri di altezza per 74 chili di peso, tra le qualità e i punti di forza di Filippini vanno annoverate l’eclettismo con cui riesce a ricoprire ogni posizione all’interno dell’area avversaria e la capacità di sfruttare il gioco aereo.

Nella sfida contro il Sorrento, Filippini ha realizzato entrambe le reti messe a segno dai suoi: nel primo caso, facendosi trovare pronto in area di rigore sugli sviluppi di un corner; nel secondo caso, realizzando il penalty del momentaneo vantaggio (2-1), poi pareggiato dagli ospiti. Tornato la scorsa estate sulle rive del Lario, il suo avvio di stagione è degno di nota: tre reti in tre gare sono una media che i tifosi del Como sperano possa conservare fino alla fine. Che, in quel caso, sarebbero dolori: per tutti gli altri.

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