Il Como e Ramella si separano

Ernestino Ramella non è più l’0allenatore del Como: lo si apprende in seguito a un comunicato diramato dqlla società lariana e apparsa sul sito ufficiale del club.

Il saluto del Como a Ramella è quello di una simbolica stretta di mano che da un lato archivia il recente passato e dall’altro spalanca i portoni a scenari nuovi.

La nota del Como:

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A Como Ramella per Chiarenza

Dietro fornt in casa lariana: la panchina del Como è nuovamente di Ernestino Ramella che scalza il subentrato Vincenzo Chiarenza. La delicata situazione di classifica dei lariani ha indotto la società a esonerare Vincenzo Chiarenza, che non è riuscito ad invertire la tendenza negativa e ha ottenuto zero punti nelle tre gare contro Spal, Benevento e Viareggio.

La società ha richiamato Ernesto Ramella che era stato esonerato un mese fa. Questo il comunicato stampa:

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Ramella lascia la panchina ma resta a Como

La notizia arriva dalla società lariana che, attraverso un comunicato, rende nota la decisione di mister Ernestino Ramella, il quale ha rassegnato le dimissioni al presidente Amilcare Rivetti e non è più l’allenatore del Como.

La decisione, accettata dalla società, è stata assunta in seguito a una chiacchierata tra lo stesso Ramella e il patron.

Lasciata la guida tecnica del club, tuttavia, Ramella non abbandona la società poiché proseguirà il proprio sodalizio con il Como nella veste di osservatore personale di Rivetti.

Dopo il pareggio interno contro il Foligno nel corso della diciannovesima giornata di Prima Divisione A, Ramella aveva dichiarato che

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Interviste Avellino – Como. Bucaro: “Dobbiamo salvarci, non vincere il campionato. Gara diversa da quella di Benevento”. Ramella: “Meritavamo noi, il gol di Zullo era regolare”

Avellino – Como diretta web

Pre partita Avellino – Como:

Ernestino Ramella a Sportitalia:

“Confermo, sono stato un attaccante di serie A. Ho militato nel Varese e l’anno scorso sono stato premiato per essere stato l’ultimo a segnare con la maglia dei lombardi in serie A. Rispetto alla sfida di stasera, so che le statistiche dicono che siamo due squadre poco propense al pareggio, non abbiamo mezze misure. Noi abbiamo cambiato modulo un paio di volte per via degli infortuni. Anche oggi mancano Toledo e Lewandowski, cercheremo di non rimpiangerli. Affrontiamo una squadra agguerrita che viene da due risultati importanti. Proporremo il 4-3-3 con l’intenzione di fare la partita, provo a vincere la gara con gli esterni che devono tagliare e allargarsi per giocare l’uno contro uno”.

Fine partita. Conferenza stampa Ramella:

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Avellino – Como diretta web: 3-3. Ripa e Filippini (2), Millesi e Zigoni per i locali. Cosa ha fatto D’Angelo?!

Avellino – Como diretta web: 3-3
Rete: 16′ Ripa (C), 7′ st rig. e 31′ rig. Filippini (C), 20′ st Millesi, 30′  st Zigoni (A), 45′ st D’Angelo (A)

Modulo speculare – il 4-3-3 – e paiono coincidere anche gli obiettivi di stagione, sebbene il Como si trovi in una posizione di classifica leggermente migliore (19 punti a 15) e possa sfruttare l’occasione di una eventuale vittoria ad Avellino per avvicinarsi ulteriuormente alle primissime posizioni della graduatoria di Prima Divisione A. Lo stadio Partenio Lombardi saprà accomunare per una sera irpini e lariani nel ricordo sempre vivo del grande Adriano Lombardi, compianto centrocampista che ha militato, nel corso della carriera, in entrambi i club e deceduto il 30 novembre 2007 per un male incurabile. Sarà toccante ma sarà una festa.

L’augurio esplicito è che le due squadre sappiano sul campo – con correttezza e rispetto – onorare tale ricorrenza. La certezza è che – sugli spalti, tra i vessilli e le ugole della curva sud – si repirerà un clima particolarmente coinvolgente.

Rispetto alla gara, un paio di premesse: è – nello specifico – il primo degli anticipi stagionali di Lega Pro ma, da oggi in poi, seguiranno tuti gli altri. Da qui alla fine della stagione. Il secondo: controbattere alle logiche dei diritti televisivi e alle opportunità – o meno – che del calcio ne possa beneficiare innanzitutto il tifoso che si reca allo stadio pare oggi discorso antiquato come una scarpa degli anni Trenta. Non saprei dire se è un bene o un male: penso al piacere di chi finalmente può guustarsi il suo Avellino o il suo Como dalla poltrona di casa ma penso anche che gli stadi, sempre più, saranno locus amenus. E se il principio attecchisce anche in Lega Pro significa forse che alle società sta bene così.

Non pare azzardato ipotizzare un successo dei lariani: lo dicono le statistiche. Gli irpini, che tra le mura amiche non sanno pareggiare, in casa vincono (tre volte) o perdono (3 volte). Altrettanto netto il cammino del Como fuori casa, dove i lariani non hanno mai pareggiato, cogliendo tre successi e due cappao.

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Como che c’è? Ramella e i guai in difesa

Certo, nel calcio si fa presto a parlare di crisi. In quello moderno, poi, con i tre punti a vittoria, la tramontana può arrivare anche a distanza di tre settimane nel corso delle quali il gap pagato tra i nove punti a disposizione e quelli effettivamente conquistati sa determinare forbici decisive.

Stavolta, a risentire della brusca frenata delle ultime giornate è  il Como e in terra lariana – sebbene non ci si possa preoccupare ancora per una classifica dignitosa – risulta difficile non sentire le campanelle d’allarme al rintocco per la carenza di gioco, e l’approccio errato di fronte alle recenti prestazioni. E’ questa la situazione della compagine lombarda che, dopo aver vinto a Viareggio, nelle ultime due settimane è caduta in picchiata: dopo la clamorosa sconfitta interna contro la Tritium (che però sta facendo davvero bene) ne è arrivata un’altra contro il Taranto.

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Como, arriva Ghidotti svincolato di lusso

Il pareggio piuttosto deludente nel corso del posticipo della quinta giornata di prima divisione contro il Foggia, ha ugualmente permesso al Como di conservare il secondo posto in classifica nel girone A ma anche evidenziato una serie di lacune evidenti: colmarle significherà riuscire a dire la propria fino alla fine della stagione.

La società lariana, che intravede la possibilità di poter disputare un campionato da vertice, ha di rimando messo le mani al portafoglio completando la rosa bianco blu con l’innesto di uno svincolato di lusso. Si tratta di Daniele Ghidotti, che ha firmato un contratto annuale e si metterà subito a disposizione del tecnico Ernestino Ramella.

Ghidotti conosce molto bene la categoria: è un terzino destro che sa curare bene anche la fase offensiva e nell’ultima stagione ha militato nelle file del Pergocrema.

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Como – Foggia 0-0

Prima Divisione A quinta giornata
Como – Foggia 0-0

Tutto pronto allo stadio Sinigaglia dove Como e Monza si apprestano a completare la quinta giornata di Prima Divisione A andata in scena ieri.

Nella circostanza, i lariani beneficiano dell’opportunità di portarsi in testa alla classifica del gruppo in seguito al passo falso del Carpi uscito frastornato da quel di Terni – e per il fatto che chi sta davanti – un Taranto finora impeccabile (5 gare, 5 vittorie: i punti non sono 15 ma 12 per la penalizzazione di tre punti decretata dalla giustizia sportiva) – precede di sole 2 lunghezze.

Ci credono i tifosi locali e ci crede anche mister Ernestino Ramella di cui va elogiato l’ottima impostazione corale impressa al gruppo. Il Foggia: non sono forse i tempi in cui gol all’attivo e al passivo fioccavano a grappoli (e Zdenek Zeman, a Pescara, si sta confermando quel gran giocoliere che ci entusiasma da sempre) ma leggendo la graduatoria più da dentro vien da dire che per i numeri tanto scarni (3 reti fatte, 3 reti subite) i cinque punti finora ottenuti non sono male.

Certo, è squadra che deve ancora mostratìre il proprio valore e che paga in maniera evidente alti e bassi difficili da motivare. La coppia composta da Matteo Biancofiore – presidente pugliese – e Walter Bonacina – allenatore in pectore – ha la necessità di imprimere entusiasmo all’ambiente.

LE ULTIMISSIME DEL PRE-PARTITA

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Como, bomber Filippini segna un gol a partita

Alberto Filippini da Como. E’ uomo copertina della prima divisione girone A dopo il terzo turno nonostante il suo club non sia riuscito a battere il Sorrento.

Stesso cognome di due che, nel calcio, hanno saputo scrivere pagine di provincia assai significative: pensiamo ai gemelli Filippini, Emanuele e Antonio, in grado di segnare in modo indelebile la bella storia di quel Brescia là, che si aggrappava ai funambolici centrocampisti per macinare chilometri di campo. In casa e in trasferta.

Nella speranza che l’accostamento nominale possa portargli solo bene – e che sappia scrivere inchiostri di pagine di storia lariana – va detto che Alberto Filippini di mestiere fa l’attaccante e che il suo compito, fin qui, lo sta svolgendo nel migliore dei modi.

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