Como che c’è? Ramella e i guai in difesa

Certo, nel calcio si fa presto a parlare di crisi. In quello moderno, poi, con i tre punti a vittoria, la tramontana può arrivare anche a distanza di tre settimane nel corso delle quali il gap pagato tra i nove punti a disposizione e quelli effettivamente conquistati sa determinare forbici decisive.

Stavolta, a risentire della brusca frenata delle ultime giornate è  il Como e in terra lariana – sebbene non ci si possa preoccupare ancora per una classifica dignitosa – risulta difficile non sentire le campanelle d’allarme al rintocco per la carenza di gioco, e l’approccio errato di fronte alle recenti prestazioni. E’ questa la situazione della compagine lombarda che, dopo aver vinto a Viareggio, nelle ultime due settimane è caduta in picchiata: dopo la clamorosa sconfitta interna contro la Tritium (che però sta facendo davvero bene) ne è arrivata un’altra contro il Taranto.

Se è vero che in ambo i casi ci si trovava a fronteggiare squadre lanciatissime e formazioni assai rodate – al punto che le sconfitte non fanno, di per sè, eccesssivo clamore – e se va nel conto anche l’attenuante degli infortuni per mister Ramella urge un immediato confronto con la squadra al fine di analizzare le cause di una debacle (a Taranto sotto di due reti prima del 20′) che pare avere radici soprattutto in retroguardia.

Sei gol subiti nelle ultime quattro partite sono media accettabile solo se il numero delle reti fatte è di gran lunga superiore. Altrimenti, è bilancio che non consente di ambire alla zona playoff, pure ancora lì, a un tiro di schioppo. L’occasione per rilanciarsi – nella sfida interna contro un Carpi moralmente in salute dopo il 3-2 con cui s’è liquidato il Foggia – è ovviamente da sfruttare nel migliore dei modi.

 

Lascia un commento