Lecco torna in serie C, tutti i motivi della retrocessione

Ora è arrivata anche l’ufficialità e la conferma che l’anno prossimo il Lecco giocherà in Serie C. Una retrocessione annunciata già da qualche giornata, in effetti, ma che è diventata matematica con la pesante sconfitta subita sul campo del Parma che, dal canto suo, può festeggiare invece il ritorno nella massima competizione nazionale.

È durato solamente una stagione il sogno di rimanere nella serie cadetta per il Lecco, che di fatto se ne va senza particolari impronte lasciate sul campionato. La retrocessione giunta con tre giornate d’anticipo certifica, in effetti, una situazione di classifica che era già particolarmente difficile nel corso degli ultimi mesi. La squadra guidata in panchina da Andrea Malgrati, d’altro canto, difficilmente poteva fare altrimenti contro il Parma allo stadio Tardini. La sconfitta è stata particolarmente roboante, ma va detto che il Parma si giocava, dal suo punto di vista, la matematica qualificazione in serie A.

Detto questo, è giusto dare un’occhiata un po’ a tutta la stagione del Lecco per cercare di capire cosa non ha funzionato a dovere. In realtà, fin dalle prime battute si poteva intuire come qualcosa non fosse cominciato proprio con i favori del pronostico.

Va detto che i vari problemi correlati all’iscrizione al campionato cadetto non hanno permesso al Lecco di scendere in campo nelle prime tre partite del campionato. Insomma, dopo l’ammissione ufficiale è iniziata la vera e propria stagione della compagine lecchese che, però, sul campo ha trovato numerose difficoltà. Le problematiche sono emerse soprattutto a livello di ambientamento ad un campionato molto diverso dalla serie C, dove le squadre di qualità sono molte di più.

I problemi principali sono emersi in modo particolare dal punto di vista difensivo: impossibile pensare di rimanere in cadetteria concedendo 66 gol gli avversari fino a questo momento del campionato (e il Lecco è la difesa peggiore di tutto il campionato), mentre anche a livello offensivo ci sono tanti meccanismi che non hanno funzionato a dovere, dato che i soli 32 gol messi a segno ne fanno il secondo peggior attacco.

Le statistiche non aiutano a spiegare, però, tutte le difficoltà trovate fino a questo punto dal Lecco. Anche i continui avvicendamenti in panchina non sono stati certamente d’aiuto. Basti pensare come, a partire dalla prima giornata, sono ben quattro gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina lecchese. A partire dal tecnico Foschi, ovvero colui che ha portato in B il Lecco dopo cinquant’anni, continuando con Bonazzoli, poi Aglietti e, infine, Malgrati, che in realtà farà da semplice traghettatore fino al termine della stagione.

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