Prima Divisione, situazione difficile per diverse società

La lunga estate calda del pallone non si gioca nei freschi ritiri estivi. Lì si fanno sgambature, si corre e si suda. La vera partita è, però, da un’altra parte. Prima lo scandalo calcio scommesse, poi le rivelazioni di Stefano Palazzi sullo scudetto 2006, infine i fallimenti della Lega Pro. Nella riunione del Consiglio federale di qualche giorno fa non si è parlato soltanto dell’assegnazione dello scudetto 2006, che rimane cucito sulle casacche dell’Inter con una delibera di “non competenza” sulla revoca di un atto amministrativo che non c’è mai stato.

Ma anche delle società che non sono risultate in regola dai controlli effettuati dalla Covisoc, la commissione di vigilanza delle società di calcio professionistiche. Sono 15 i club che non sono stati ammessi ai rispettivi campionati di Lega Pro. In Prima divisione, l’ex C1 di qualche anno fa, fuori Gela, Atletico Roma, Lucchese, Ravenna, Salernitana. In Seconda divisione, escluse Brindisi, Cavese, Cosenza, Matera, Sanremese, Catanzaro, Canavese, Crociati Noceto, Rodengo Saiano e Sangiovannese.
Non è mica una novità. Ogni estate si fa il conto delle squadre che per ragioni economiche devono fare un passo indietro e ricominciare a sgomitare tra i dilettanti. Per questa ragione, è nell’aria già da tempo una riforma che porti a 60 il numero complessivo delle società iscritte alla Lega Pro, con 3 gironi da 20 squadre. Secondo il direttore generale della Lega Pro, Francesco Ghirelli, è quasi certo che verranno composti due gironi da 18 formazioni in Prima divisione e due da 20 in Seconda. Alle 75 società che hanno confermato di avere i diritti necessari per iniziare il campionato, si aggiungerà probabilmente il Rimini, che ha vinto i playoff della serie D, ma non è ancora sicuro di avere il beneplacito della Figc per passare tra i professionisti. Il 4 agosto, il Consiglio federale decide e chiude la partita. Vedremo chi sarà dentro, e chi, invece, attenderà fuori dalla porta.

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