Morte Bergamini, Lucchetti alla Internò: “Vent’anni di prese in giro”

Le parole di Maurizio Lucchetti, ex calciatore del Cosenza nonché amico di Denis Bergamini, sono di quelle che non lasciano adito a dubbi.

“Penso che l’ex fidanzata di Bergamini non ha ancora detto tutto. Ma questa è una cosa che ho detto già il giorno dopo la morte di Denis”:

parole nette che aggiungono l’ennesimo tassello con cui si riapre una vicenda mai affrontata in maniera analitica. Il decesso di Bergamini, trovato morto sulla strada statale 106 jonica il 18 novembre del 1989, è un mistero non ancora risolto ma la procura di Castrovillari ha riaperto il caso lo scorso luglio con l’ipotesi di omicidio volontario a carico di ignoti.

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Morte Bergamini perizia Ris su Maserati esclude pista droga

Era una delle ipotesi in campo ma, dopo la perizia dei Ris di Messina sulla Maserati di Denis Bergamini, anche l’ipotesi degli stupefacenti è di fatto scartata: a questo punto, in merito alla morte del calciatore scomparso il 18 novembre 1989, pare restare il movente privato. Sono da allora passati 22 anni e la procura di Castrovillari, che ha riaperto le indagini per omicidio volontario, cerca di fare chiarezza rispetto a una vicenda mai attestata.

Dall’esame dei carabinieri del Ris di Messina – anticipa la Gazzetta dello sport – l’auto di Bergamini, una Maserati Biturbo, non aveva nè doppifondi nè vani occulti in cui si sarebbe potuta nascondere droga, e dunque cadrebbe l’ipotesi investigativa che la morte del calciatore fosse dovuta al fatto che potesse essere stato un corriere della droga, consapevole o inconsapevole.

L’auto, sequestrata nei mesi scorsi ad Argenta (Ferrara) dove è stata custodita dalla famiglia Bergamini in questi lunghi anni, è stata esaminata a fondo dai tecnici del Ris che – secondo le indiscrezioni del quotidiano – avrebbero fornito al procuratore capo di Castrovillari Franco Giacomantonio gli elementi per escludere l’ipotesi della morte legata al mondo della droga.

I Ris hanno evidenziato come la Maserati Biturbo bianca in possesso del calciatore, anche al momento della morte, è conforme a tutti i dati ed elementi oggettivi con i quali è stata rilasciata dalla casa madre all’atto delle vendita.

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Morte Bergamini, la famiglia chiede verità per Denis

A diverse ore di distanza dalle prime indiscrezioni secondo cui i Ris di Messina avrebbero di fatto riaperto il caso relativo alla morte di Donato Denis Bergamini ipotizzando non più il suicidio ma l’omicidio volontario, parla la sorella dell’ex calciatore del Cosenza. Donata Bergamini, ventitre anni dopo la morte del fratello, chiede che si giunga alla verità:

“Siamo in attesa di leggere gli atti depositati, che non abbiamo ancora a disposizione. Al momento preferiamo non commentare le indiscrezioni stampa, per rispetto dei magistrati della procura di Castrovillari e di tutte le persone che stanno lavorando alla nuova inchiesta e soprattutto per rispetto di Denis stesso, che deve avere una verità”.

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Morte Bergamini perizia Ris Messina, decesso prima dell’investimento

Giustizia per Denis Bergamini

Eccolo il colpo di scena che, se da un lato complica ulteriormente la vicenda legata alla morte di Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza deceduto il 18 novembre 1989 sulla statale 106 a Roseto Capo Spulico nel cosentino, dall’altro riapre un caso su cui si è mal indagato giungendo a conclusioni apparentemente inverosimili.

Ne continuiamo a parlare e lo faremo finché la morte di Denis Bergamini possa ora beneficiare di un giusto processo e si possa scrivere la parola “giustizia” a connotare l’intera vicenda. Le conclusioni del Ris di Messina, che hanno presentato la propria perizia alla Procura della Repubblica di Castrovillari, sono le seguenti: Bergamini è stato investito da un camion quando era già morto.

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VIDEO Chi l’ha visto morte Denis Bergamini

GIUSTIZIA PER DENIS BERGAMINI

Cosa e chi c’è dietro la morte di Donato Denis Bergamini?

Attraverso un reportage che durerà il tempo necessario, proveremo a utilizzare le pagine di questo blog per fare luce su un vicenda che risale al 18 novembre 1989 quando, era sera inoltrata, il 27enne calciatore in quota al Cosenza venne trovato ucciso al chilometro 141 della strada che taglia in due Roseto Capo Spulico.

Il decesso dell’emiliano, originario di  Boccaleone di Argenta (Ferrara), viene catalogato come suicidio: in sosta nei pressi di una piazzola in compagnia della ex fidanzata, si sarebbe gettato, sotto gli occhi di lei, tra le ruote di un tir che stava passando di lì. Testimonianze dirette e ricostruzioni portano dritte verso la presa d’atto che Bergamini avesse voluto togliersi la vita. Pare un caso archiviato in seguito alle indagini (piene di contraddizioni) e all’assoluzione dell’autotrasportatore Raffaele Pisano, che non avrebbe potuto fare altro che trascinare il corpo del calciatore per una sessantina di metri.

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