Ricordo Denis Bergamini Aiello Calabro e San Giovanni in Fiore il 27 e 28 luglio 2012

La Provincia di Cosenza ha patrocinato due manifestazioni, in programma il 27 e 28 luglio ad Aiello calabro e a San Giovanni in Fiore, per ricordare l’amatissimo giocatore del Cosenza Calcio Denis Bergamini scomparso in circostanze ancora tutte da chiarire il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico.

Le due iniziative saranno presentate domani nel corso di una conferenza stampa nella Sala degli stemmi della Provincia.

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Chi l’ha visto 25 aprile 2012 con padre e sorella di Denis Bergamini

Prime anticipazioni relative alla puntata di “Chi l’ha visto?” in onda mercoledì 25 aprile 2012 su Raitre. Prenderanno parte alla trasmissione condotta da Federica Sciarelli anche Domizio e Donata Bergamini, il padre e la sorella di Denis, il calciatore del Cosenza travolto da un camion il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico, nel cosentino in circostanze ancora da chiarire.

I familiari di Bergamini saranno in studio insieme al loro legale, l’avvocato Eugenio Gallerani. In programma, secondo quanto si è appreso, c’è un servizio su alcuni aspetti tecnici relativi alle tracce lasciate dal camion e la pubblicazione della foto dell’orologio che Bergamini aveva al polso per cercare di ricostruire l’ora esatta della morte.

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Morte Bergamini parla Donata sorella di Denis: “Basta impunità, fuori la verità”

Parola alla sorella di Denis Bergamini, Donata, che torna a parlare in seguito alle numerose novità degli ultimi giorni legate all’inchiesta sulla morte del fratello:

“Ora basta – afferma con fermezza la Bergamini – e chi ha nascosto, chi ha omesso, chi ha mentito e chi ha ucciso non può e non deve rimanere impunito. È un nostro diritto sapere come, perchè, e chi ha ucciso Denis“.

La morte di Denis, travolto da un camion il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico, nel cosentino, venne qualificata come suicidio mentre adesso è in corso una nuova inchiesta della Procura di Castrovillari dalla quale stanno emergendo una serie di smentite a quella tesi.

“In questo momento – aggiunge Donata Bergamini – la mia rabbia è tanta. Mi sto chiedendo cosa ha fatto la mia famiglia per aver subito tutto questo.

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Denis Bergamini morto dissanguato dopo evirazione?

Pare più di una ipotesi e l’avanza il Quotidiano della Calabria: Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto nel 1989 ed il cui decesso fu attribuito a suicidio, in realtà fu evirato e morì dissanguato.

A portare verso tale corso un’indagine mai condotta in maniera puntuale sarebbe una perizia redatta nel 1990 dal medico legale Francesco Maria Avato e che, secondo il giornale, venne ignorata dai magistrati che all’epoca svolsero l’inchiesta sulla morte di Bergamini.

Il calciatore del Cosenza fu travolto da un camion lungo la statale 106 jonica e, secondo la testimonianza della fidanzata, che era insieme a lui, si suicidò facendosi travolgere dal camion. Un tesi che adesso sta trovando una serie di smentite dalle risultanze della nuova inchiesta che la Procura di Castrovillari sta conducendo sulla morte di Bergamini.

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Morte Bergamini, Lucchetti alla Internò: “Vent’anni di prese in giro”

Le parole di Maurizio Lucchetti, ex calciatore del Cosenza nonché amico di Denis Bergamini, sono di quelle che non lasciano adito a dubbi.

“Penso che l’ex fidanzata di Bergamini non ha ancora detto tutto. Ma questa è una cosa che ho detto già il giorno dopo la morte di Denis”:

parole nette che aggiungono l’ennesimo tassello con cui si riapre una vicenda mai affrontata in maniera analitica. Il decesso di Bergamini, trovato morto sulla strada statale 106 jonica il 18 novembre del 1989, è un mistero non ancora risolto ma la procura di Castrovillari ha riaperto il caso lo scorso luglio con l’ipotesi di omicidio volontario a carico di ignoti.

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Morte Bergamini perizia Ris su Maserati esclude pista droga

Era una delle ipotesi in campo ma, dopo la perizia dei Ris di Messina sulla Maserati di Denis Bergamini, anche l’ipotesi degli stupefacenti è di fatto scartata: a questo punto, in merito alla morte del calciatore scomparso il 18 novembre 1989, pare restare il movente privato. Sono da allora passati 22 anni e la procura di Castrovillari, che ha riaperto le indagini per omicidio volontario, cerca di fare chiarezza rispetto a una vicenda mai attestata.

Dall’esame dei carabinieri del Ris di Messina – anticipa la Gazzetta dello sport – l’auto di Bergamini, una Maserati Biturbo, non aveva nè doppifondi nè vani occulti in cui si sarebbe potuta nascondere droga, e dunque cadrebbe l’ipotesi investigativa che la morte del calciatore fosse dovuta al fatto che potesse essere stato un corriere della droga, consapevole o inconsapevole.

L’auto, sequestrata nei mesi scorsi ad Argenta (Ferrara) dove è stata custodita dalla famiglia Bergamini in questi lunghi anni, è stata esaminata a fondo dai tecnici del Ris che – secondo le indiscrezioni del quotidiano – avrebbero fornito al procuratore capo di Castrovillari Franco Giacomantonio gli elementi per escludere l’ipotesi della morte legata al mondo della droga.

I Ris hanno evidenziato come la Maserati Biturbo bianca in possesso del calciatore, anche al momento della morte, è conforme a tutti i dati ed elementi oggettivi con i quali è stata rilasciata dalla casa madre all’atto delle vendita.

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Morte Bergamini, la famiglia chiede verità per Denis

A diverse ore di distanza dalle prime indiscrezioni secondo cui i Ris di Messina avrebbero di fatto riaperto il caso relativo alla morte di Donato Denis Bergamini ipotizzando non più il suicidio ma l’omicidio volontario, parla la sorella dell’ex calciatore del Cosenza. Donata Bergamini, ventitre anni dopo la morte del fratello, chiede che si giunga alla verità:

“Siamo in attesa di leggere gli atti depositati, che non abbiamo ancora a disposizione. Al momento preferiamo non commentare le indiscrezioni stampa, per rispetto dei magistrati della procura di Castrovillari e di tutte le persone che stanno lavorando alla nuova inchiesta e soprattutto per rispetto di Denis stesso, che deve avere una verità”.

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Morte Bergamini perizia Ris Messina, decesso prima dell’investimento

Giustizia per Denis Bergamini

Eccolo il colpo di scena che, se da un lato complica ulteriormente la vicenda legata alla morte di Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza deceduto il 18 novembre 1989 sulla statale 106 a Roseto Capo Spulico nel cosentino, dall’altro riapre un caso su cui si è mal indagato giungendo a conclusioni apparentemente inverosimili.

Ne continuiamo a parlare e lo faremo finché la morte di Denis Bergamini possa ora beneficiare di un giusto processo e si possa scrivere la parola “giustizia” a connotare l’intera vicenda. Le conclusioni del Ris di Messina, che hanno presentato la propria perizia alla Procura della Repubblica di Castrovillari, sono le seguenti: Bergamini è stato investito da un camion quando era già morto.

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Morte Bergamini, per il Ris fu omicidio

Colpo di scena nell’indagine relativa alla morte di Donato Denis Bergamini, calciatore del Cosenza deceduto il 18 novembre 1989 lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico. Stando a quanto riporta la Gazzetta dello Sport di venerdì 17 febbraio, infatti, l’atleta non si suicidò gettandosi sotto un camion ma il suo decesso sarebbe stato causato da una uccisione volontaria. Quindi, non più suicidio ma omicidio.

La rosea riferisce in tal senso dei primi risultati dell’indagine condotta dai carabinieri del Ris di Messina sulla base di accertamenti compiuti su alcuni oggetti che il calciatore indossava al momento della morte.

Riaperta dalla Procura di Castrovillari dopo l’iniziale catalogazione come suicidio, l’inchiesta ha portato a un colpo di scena: per il Ris, infatti, sarebbe pressoché impossibile che le scarpe, l’orologio ed una catenina, che Bergamini indossava al momento della morte, non abbiano subito danni nel trascinamento del corpo (la tesi iniziale fu che si fosse suicidato gettandosi sotto un camion che ne trasportò il corpo per sessanta metri).

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VIDEO Chi l’ha visto morte Denis Bergamini

GIUSTIZIA PER DENIS BERGAMINI

Cosa e chi c’è dietro la morte di Donato Denis Bergamini?

Attraverso un reportage che durerà il tempo necessario, proveremo a utilizzare le pagine di questo blog per fare luce su un vicenda che risale al 18 novembre 1989 quando, era sera inoltrata, il 27enne calciatore in quota al Cosenza venne trovato ucciso al chilometro 141 della strada che taglia in due Roseto Capo Spulico.

Il decesso dell’emiliano, originario di  Boccaleone di Argenta (Ferrara), viene catalogato come suicidio: in sosta nei pressi di una piazzola in compagnia della ex fidanzata, si sarebbe gettato, sotto gli occhi di lei, tra le ruote di un tir che stava passando di lì. Testimonianze dirette e ricostruzioni portano dritte verso la presa d’atto che Bergamini avesse voluto togliersi la vita. Pare un caso archiviato in seguito alle indagini (piene di contraddizioni) e all’assoluzione dell’autotrasportatore Raffaele Pisano, che non avrebbe potuto fare altro che trascinare il corpo del calciatore per una sessantina di metri.

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La morte di Denis Bergamini per ora è suicidio

Denis Bergamini, originario di  Boccaleone di Argenta (Ferrara) aveva 27 anni quando, a Roseto Capo Spulico (Cosenza), venne travolto da un camion che ne spezzò la giovane vita e una carriera calcistica (giocava nel Cosenza). Era il 18 novembre 1989.

A investirlo, l’autotrasportatore Raffaele Pisano alla guida del suo camion che, tuttavia, è stato assolto nei due processi per omicidio colposo a suo carico poiché la morte del Bergamini risulta essere avvenuta ufficialmente per suicidio.

Desta stupore, a distanza di anni, la notizia resa nota dal Quotidiano della Calabria secondo cui lo stesso Pisano, dato per morto da tempo, sia in realtà ancora vivo e risiede a Rosarno. Stando al rendiconto effettuato dal quotidiano, dal 2000 è un pensionato che incassa l’assegno dell’Inps nell’ufficio postale di Palmi.

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