Vendita Triestina Calcio, trattative in divenire

Qualche novità rispetto alle vicissitudini societarie che tengono purtoppo banco a Trieste, in seguito al fallimento della società che verte in uno stato debitorio significativo: oltre una ventina di avvocati, in rappresentanza di tutte le aziende, associazioni ed enti che vantano crediti dalla Triestina Calcio, hanno presentato le proprie richieste al presidente del Tribunale civile, Giovanni Sansone, nel corso dell’udienza svolta nella mattina di lunedì 23 aprile 2012 in cui il commissario straordinario, Giovanni Turazza, ha presentato il piano finanziario per il rientro dal debito, che ammonta a 5,5 milioni di euro.

Tra i creditori che per primi hanno diritto ad essere liquidati figura Equitalia, che vanta un credito di oltre tre milioni per mancati versamenti Iva e sanzioni collegate. Ma fra le urgenze ci sono anche i debiti sportivi, gli stipendi dei giocatori e dei dipendenti della società.

Un gruppo di questi – Princivalli, Godeas, Gissi, Thomassen, Tombesi, Rossetti e due preparatori atletici – si sono affidati all’avvocato Giulio Quarantotto per il risarcimento, ottenendo l’ammissione della richiesta per quanto riguarda gli stipendi non pagati dall’ottobre al 24 gennaio, quando è stato decretato il fallimento e l’esercizio provvisorio della società sportiva.

Rigettata, invece, la richiesta in merito alle indennità di trasferta. Condizione necessaria perchè a tutti i creditori venga saldato quanto dovuto, o perlomeno una percentuale del credito, è la vendita della Triestina entro il 30 giugno. Con il ricavato dell’operazione verrebbero pagati parte dei debiti, mentre alla nuova presidenza spetterebbe l’onere dei soli debiti sportivi, riguardanti i giocatori, l’Enpals e la Lega Calcio.

Il curatore fallimentare Turazza ha intanto precisato:

“C’è speranza per la Triestina e le trattative continuano se non ci fossero non resteremmo in esercizio provvisorio, in merito però alle iniziative che porteremo avanti con gli imprenditori interessati ne daremo conto a tempo debito, anche se avremmo voluto che questo tempo fosse già arrivato”.

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