Calcioscommesse deferimenti cosa rischiano lo Spezia e Filippo Carobbio

Dopo i deferimenti della Procura federale ai danni di 22 società di calcio (sei di Lega Pro) e 61 tesserati, la domanda sulla bocca di tutti è quella che porta a chiedersi quali sono i rischi effettivi in caso di sanzioni da parte della Commissione Disciplinare.

In attesa che siano emesse le sentenze (occorrerà attendere almeno fino alla fine del mese di maggio), abbiamo provato a capire quali siano i rischi effettivi di una delle neopromosse in serie B – lo Spezia – e del tesserato in quota ai liguri, Filippo Carobbio.

La precisazione dooverosa è che Carobbio è indagato per comportamenti tenuti allorquando militava nell’AlbinoLeffe e nel Grosseto mentre nessuna gara dei liguri è implicata nell’inchiesta in corso nella Procura di Cremona (dalla quale giungono le documentazioni che hanno portato alla prima tornata di deferimenti).

Detto ciò, mentre pare evidente che la posizione di Carobbio sia grave in quanto lo stesso centrocampista insieme a Doni, Bertani, Cassano, Sartor e Zamperini è accuasto di essere uno dei sei elementi attivi dell’organizzazione illecita riconducibile al clan degli zingari, resta da capire in che tipo di sanzione (qualora venisse sanzionato) potrebbe incappare lo Spezia Calcio. La società, appena dopo la notifica di deferimento, ha emanato un comunicato con il quale ha illustrato la propria posizione:

Lo Spezia Calcio – si è ribadito con la nota – in merito al deferimento comunicato dalla Procura Federale della FIGC rileva di essere interessata esclusivamente a titolo di responsabilità oggettiva riferita alle accuse mosse al calciatore Filippo Carobbio, tesserato con la società dal 7 luglio 2011. Nel testo del deferimento appare peraltro accertato che le accuse rivolte al calciatore si riferiscono a episodi che sarebbero occorsi in periodi in cui lo stesso era tesserato per altri club, e in nessun caso a situazioni riferite ad epoca successiva al tesseramento con lo Spezia Calcio. Per questo motivo la società appare del tutto estranea alle vicende in oggetto e, anche alla luce di analoghi precedenti casi, confida nel positivo esito del procedimento.

Lo Spezia, quindi, è coinvolto per responsabilità oggettiva ed è chiamato a rispondere di un avvenimento che ha causato danno ma che non deriva in maniera diretta da un suo comportamento (privo di dolo e colpa) bensì da quello di un suo tesserato (il quale, per altro, allo stato delle azioni indagate e ad egli riconducibili militava per altro club). La sanzione, nei casi generici di responsabilità oggettiva, è frequentemente quella della penalizzazione di uno o più punti (in casi gravi, si arriva anche all’esclusione dal campionato).

Il caso in questione, tuttavia, differisce dalla consueta responsabilità oggettiva cui siamo stati abituati dai trascorsi precedenti perché Carobbio si è accasato a La Spezia nella stagione successiva rispetto ai presunti illeciti contestatigli (idem dicasi per il caso Sampdoria-Bertani): a caldo viene da dire che non si evince motivo per cui i liguri debbano rischiare alcunché, in realtà diventa complicato azzardare una ipotesi per via del fatto che in giurisprudenza non pare vi siano precedenti cui fare riferimento. Toccherà quindi ai giudici individuare una soluzione con cui risolvere la faccenda.

Discorso diametralmente opposto per Carobbio: più che probabile che ne venga chiesta la radiazione, possibile che attraverso il patteggiamento il centrocampista possa beneficiare di uno sconto della pena (quella minima dell’illecito prevede tre anni di squalifica).

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