Calcioscommesse interrogatorio Gervasoni, citati Mezzaroma e il Siena oltre Mauri

Si è svolto l’ennesimo interrogatorio del calciatore del Piacenza, Carlo Gervasoni, in ambito calcioscommesse: a sentire il calciatore è stato il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, al quale il difensore ha riferito particolari di enorme interesse per le indagini.

Il primo è quello per cui lo stesso Gervasoni avrebbe saputo dallo zingaro Amir Gegic che il presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, avrebbe pagato due giocatori del Modena in occasione della partita Modena-Siena del 26 febbraio 2011. In particolare Gervasoni racconta di aver appreso la circostanza da un suo amico del Kazakistan. Le parole del calciatore hanno causato la reazione furiosa del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma:

“Nego sdegnosamente qualsiasi tipo di coinvolgimento del club e mio personale. Sono esterrefatto da una tale notizia”.

Gervasoni, però, non ha parlato solo di Siena-Modena ma ha arricchito di dettagli anche le presunte combine di Lecce-Lazio, Lazio-Genoa e Chievo-Udinese. Per la prima, Lecce-Lazio del maggio del 2011 , il difensore del Piacenza ha spiegato che il capo degli scommettitori zingari, Amir Gegic, investì 400 mila euro per la manipolazione del match nella cui combine erano coinvolti giocatori di entrambe le squadre.

“Due o tre della Lazio e tre o quattro del Lecce”,

ha detto Gervasoni. Poi Lazio-Genoa. Il calciatore ha confermato che il collega Alessandro Zamperini, anch’egli indagato, era in quei giorni a Formello, dove si allenano i biancoazzurri con lo zingaro Hristiyan Ilievski. Questo gli avrebbe mostrato una fotografia, scattata con il suo telefono cellulare, che ritraeva lo zingaro abbracciato al laziale Stefano Mauri.

Gervasoni ha riversato negli atti numerose partite, soprattutto di Serie B. Ha parlato però anche di Chievo-Udinese del 15 maggio 2011. Seppe dai fratelli Cossato del Chievo che la partita era stata combinata. I contatti li teneva con Michele Cossato, dal quale attendeva i soldi per la famigerata Atalanta-Piacenza, quella in cui Doni tirò centralmente un rigore che il portiere del Piacenza Mario Cassano, indagato anch’egli, si guardò bene dal parare.

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