Pagelle Prima Divisione A 2011

A mezzo campionato 2011-2012 della Prima Divisione in archivio, proviamo a stilare un primo bilancio inerente al cammino messo in cantiere dalle squadre dei gironi A e B attraverso l’espressione di un personalissimo giudizio relativo all’operato degli allenatori. Con una considerazione necessaria: ci accodiamo alle riflessioni di chi ritiene che, nella maggior parte delle occasioni, i tecnici paghino responsabilità che competono loro solo marginalmente.

Ciò non equivale a dire che un esonero non possa essere viatico per scacciare la crisi ma significa piuttosto ribadire che, in tantissime occasioni, a un allenatore non viene dato il tempo di vivere il proprio progetto con il club di appartenenza. Date le premesse, il migliore: troppo facile dire Domenico Toscano o Davide Dionigi (che pure stanno facendo un lavoro encomiabile), le nostre preferenze cadono – per il girone A – su Egidio Notaristefano del Carpi e Maurizio Braghin della Pro Vercelli.

Il girone A di Prima Divisione:

Ternana, Toscano 8: se si porta entusiasmo a Terni, poi la città sa ricambiare. Lui ha il grande merito di aver mostrato valore tattico e di aver saputo rischiare, proponendo un modulo spregiudicato con cui mettere in chiaro l’obiettivo, quello di provare a vincere sempre. Colpisce l’aspetto caratteriale: se lui è un lottatore, di rimando lo è la squadra. La tifoseria lo ha capito ma il compito più duro, per Toscano, arriva proprio a gennaio, quando occorrerà assicurare continuità alla prima metà di stagione. La rosa  umbra, partita a fari spenti, ha chiuso da prima della classe con 37 punti e soprattutto mantenendo l’imbattibilità interna del Liberati dove ha costruito il suo fortino con 7 vittorie e due pareggi. La sconfitta di Foggia ha interrotto invece la serie positiva che durava da 13 giornate, ma l’anno è stato chiuso con un nuovo successo per 2-1 contro il Como.

Como, Ramella 6,5: la discontinuità di risultati e la serie di infortuni non ha impedito ai lariani di stanziare nella parte alta di classifica e continuare la lotta per un posto nei play off. Tuttavia mister Ramella deve necessariamente ritoccare e rivedere i meccanismi di una difesa che, 23 reti sul groppone, continua a non essere all’altezza. I risultati passano di lì, il mercato di gennaio potrebbe essere valido supporto. Ci saremmo aspettati qualcosa di più: buona partenza con un mese e mezzo magico, poi il calo, quindi una serie di risultati tra alti e bassi che ne hanno condizionato la classifica. Contro la Ternana si è interrotta anche la serie positiva che durava da 5 turni.

Spal, Vecchi 5,5: undici punti nelle prime sette partite, poi il tracollo sebbene Arma assicuri un bottino di gol tutt’altro che da buttare (ma dovrebbe essere più disciplinato). L’intervento del mister, da ora in avanti, dovrà essere significativo a livello mentale. La squadra ha mostrato di saperci essere e potersela giocare: l’unico dubbio riguarda la condizione atletica che sembra in calo costante. Attenuante (per noi lo è): i passaggi e la situazione delicata di una società che ha dovuto fronteggiare a fine anno, tra le altre cose, lo sciopero dei dipendenti.

Foligno, Pagliari 5: e non di meno, sebbene la classifica dia gli umbri per spacciati. Il problema è a monte, andrebbe rivista buona parte della rosa. Ma che Pagliari possa essere l’allenatore giusto per tentare un miracolo, pochi dubbi. Gli servirebbero come il pane almeno un paio di attaccanti dal gol facile. Senza quelli, addio speranze. Tredici sconfitte su diciassette gare più che un fardello sembrano un’onta.

Lumezzane, Nicola 7: se la può giocare anche in virtù del fatto che la sua squadra l’ha abituata a pareggiare poco. Il gioco dei lombardi è piacevole, ha un’idea ben definita ma pare limitato dalla pecunia di reti che arrivano con il contagocce. Sei punti nelle ultime quattro gare: manco a dirlo, due vinte e due perse. Poiché le sconfitte sono tutte di misura, mister Nicola potrebbe semmai cercare di far capire ai suoi che, in quei casi, il punticino sarebbe un salto di qualità. Buona prima parte dopo un inizio stentato, ben 10 i risultati positivi interrotti al Partenio nella gara persa contro l’Avellino, in trasferta 4 vittorie e altrettante sconfitte.

Reggiana, Mangone 5: la sua Reggiana ha peccato di discontinuità per procedere in un’altalena di risultati che, sebbene figli di qualche episodio sfortunato che ha sminuito il gioco spumeggiante della squadra (vedi Avellino), non consente di darne giudizi sufficienti. Manca il passo in più e, arrivata a fine ottobre a poter mostrare di saper reggere i ritmi delle prime, ha mancato l’appuntamento. Alla ricerca di una salvezza tranquilla che, per ora, di tranquillo ha poco. Le ultime quattro sconfitte consecutive sono costate la panchina al tecnico: ci si affida a Lanna, pare un azzardo che potrebbe diventare scommessa vinta.

Pavia, Sangiorgio 5: da Pergolizzi a Sangiorgio giusto per il tempo di un assaggio. Due partite e un punto, prezioso e di prestigio, contro la Tritium. In casa col Foggia la squadra è tornata a evidenziare i limiti della prima parte di stagione. E sono pecche in fase di retroguardia dove le 30 reti incassate in 17 partite dicono da sole dove sia il problema (che, beninteso, è un problemone). Fiducia doverosa ma sarà durissima.

Foggia, Stringara 6,5: il suo Fogia è in crescita costante e sta cercando di ricompattare un ambiente in cui tifoseria e società sono ai ferri corti. Tirato fuori dal cilindro bomber Cruz, Stringara si presenta al giro di boa con due vittorie consecutive contro avversari che stanno agli antipodi. Che sia quello contro la Ternana o l’altro ammirato a Pavia? Fosse così, Foggia si ricompatterà in un lampo. Intanto, l’allenatore ha detto di recente che il Foggia si è svegliato: vero, per i pugliesi la sosta potrebbe anche essere dannosa.

Sorrento, Ruotolo 6: stima incondizionata per mister Sarri, ancora presto per valutare Ruotolo che esordisce con un pareggio casalingo che non cancella del tutto la debacle di Vercelli. Ha mezzi e grinta, occorre solo capire se – per davvero – il problema era chi sedeva in panchina. Innegabile il fatto che gli obiettivi dei campani siano importanti. Partita con l’handicap, la squadra campana è riuscita a conservare una buona posizione di classifica anche se il rendimento incostante dell’ultimo mese ha decretato scelte irreversibili. Ora si deve fare meglio.

Pisa, Pagliari 6,5: lieve calo nel finale, dopo la vittoria interna contro il Viareggio. Tre pareggi a fila hanno frenato un percorso dignitoso nel quale la mano di un tecnico esperto come Pagliari si nota soprattutto in fase di contenimento con quella dei toscani che è la quarta miglior difesa del girone. Occorrerà invertire il trend di pareggi (è il club che impatta di più: finora otto volte) che fruttano poco rispetto a quanto di produce. Alla vigilia candidato a recitare un ruolo da protagonista, le cose non stanno  andando forse come sperato. Soltanto nel mese di novembre si è assistiti alla svolta che ha portato i nerazzurri a rientrare nel giro dei play off, ma quanti alti e bassi: lo confermano i tre pareggi consecutivi delle ultime tre giornate.

Carpi, Notaristefano 7,5: fin qui, sorpresona della stagione. Notaristefano ha costruito un undici base che può far bene contro chiunque e ha deciso di avvallare la scommessa di un gioco a trazione anteriore che paga eccome (primo attacco del girone, è la squadra che pareggia meno). Stupisce, degli emiliani, l’equilibrio tattico. Non servono particolari innesti o accorgimenti, semmai occorrerà capire a che tacca di benzina stanno gli uomini in rosa. Eusepi potrebbe essere l’uomo in grado di prendere per mano i compagni. Pignoleria porta a dire che tra le mura amiche ha mantenuto gli stessi ritmi delle prime della classe, fuori casa si può ancora migliorare (cinque le sconfitte subite).

Pro Vercelli, Braghin 7,5: non l’avremmo detto, nonostante la stima nei confronti di Malatesta e il riconoscimento delle virtù di Braghin, per la cui squadra vale quanto detto per il Carpi con l’unica differenza che, rispetto agli emiliani, i piemontesi te li aspetti ancora, in qualche circostanza, fuori fase. Sono capaci di picchi verso l’alto non ancora mostrato dal Carpi ma anche di crolli che agli stessi emiliani sono nuovi: lo scontro diretto della diciassettesima giornata è stato in tal senso limpido e veritiero. Con l’assunzione di maggiore fiducia nei propri mezzi, la Pro Vercelli potrebbe incantare ancora di più.

Taranto, Dionigi 7,5: l’ex punta se la giocherà fino alla fine. Il primo successo – ed è discorso che varrebbe per tutti gli allenatori della nuova generazione – è quello di aver mostrato qualità e competenza. Il Taranto, partito con la penalità di 1 punto (senza la quale avrebbe gli stessi punti della capolista) pagherà con ogni probabilità le inadempienze societarie con altri punti in sottrazione ma ha lasciato ben intendere: squadra solida e collaudata, nelle ultime 9 partite ha perso soltanto due volte (a Benevento e in casa contro la Ternana) ma nonostante ciò possiede la miglior difesa del torneo con sole 7 reti subite. La speranza (nonché incognita) e che il mercato di gennaio possa essere di rafforzamento ulteriore e non di indebolimento (si parla di più di una cessione illustre).

Avellino, Bucaro 6+: buon lavoro svolto nell’ultimo mese, perché l’inizio di stagione degli irpini è stato disastroso. Pisa, Tritum e Sorrento sono stati i primi ko che hanno fatto precipitare la situazione e aiutato le critiche a emergere con veemenza. Il merito di Bucaro è quello di aver fatto da parafulmine per tenere tranquilla una rosa in cui il tecnico crede. La boccata d’ossigeno, fino a 7 risultati consecutivi che si sono interrotti con il ko contro la Ternana, ha portato serenità nell’ambiente. Il dato di fatto è che la piazza è esigente: come lo si dice a un pubblico che nemmeno in trasferta fa mancare manifestazioni incredibili di vicinanza che per quest’anno la salvezza tranquilla va più che bene?

Monza: Motta 5,5: non riesce a dare continuità ai risultati, ha chiuso l’anno con una sconfitta interna contro il Benevento e la vittoria manca da 7 giornate. Sembra quella più attrezzata per la lotta a non retrocedere ma la verità certificata è che, anche quest’anno, la stagione non è decollata. Il bilancio tra i gol fatti (15) e quelli incassati (24) segna un -9. La graduatoria dice che solo il Pavia ha vinto di meno (1 volta i pavesi, 2 il Monza).

Benevento, Imbriani 6: senza i sei punti di penalizzazione, le lunghezze in classifica sarebbero 28 e non 22 ma, fosse anche così, finora i campani non hanno fatto nulla di trascendentale sebbene i mezzi e le risorse per inanellare prestazioni più che positive ci siano. La penalità può aver inciso sotto il profilo psicologico ma quel gap – dopo 17 partite – dovrebbe essere superato. Buona partenza con 5 risultati positivi, poi  un calo sempre più evidente. Con l’ingresso di Imbriano in panchina, 9 punti nelle ultime tre gare: il mercato promette innesti di valore. Insomma, tutto porta a presagire che il Benevento possa dimenticare una prima parte così e così per dare il via a una rincorsa importante.

Viareggio, Bertolucci 5: quelle 11 sconfitte (solo il Foligno ultimo ha perso più partite: 13) sono troppe e segnano un circuito a spirale fatto di sofferenza fino alla fine. Poco da dire oltre a ciò che riportano i numeri: il peggior attacco (11 reti fatte) e la seconda peggior difesa. Reduce da una vittoria e due sconfitte (sonora e significativa quella di Benevento, con la partita finita 5-1 dopo che i primi a portarsi in vantaggio erano stati proprio i toscani), non resta che prendere atto dell’insufficienza di una rosa che necessità accorgimenti.

Tritium, Boldini 7: essere nella prima colonna della graduatoria è importante, tenersi a soli tre punti dai play off pare un successo. Del tecnico, in primo luogo, che è stato valido riferimento e ottimo collante per l’amnbiente intero. La Tritium, in trasferta e con le grandi, è stata un rullo compressore (battuta anche la Ternana alla seconda giornata), ha chiuso il 2011 con la vittoria di Viareggio che è in tal senso anche un monito per la seconda parte: dovesse riuscire a far suoi i match contro le formazioni meno attrezzate, il mese di maggio potrebbe coincidere con un risveglio assai piacevole.

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