Siracusa, Baiocco a tutta Sicilia: “Cuore a Catania, qui il mio futuro”

Piacevole intervista a Davide Baiocco, 36enne centrocampista del Siracusa, sulle pagine de la Gazzetta dello Sport.

L’ex faticatore di serie A (ha militato anche nella Juventus, stagione 2002-2003), nonché professionista integerrimo sotto il profilo umano e integro dal punto di vista fisico (non foss’altro per quanto corre rispetto agli altri nonostante il fardello della carta di identità) si è confidato comn i giornalisti della rosea e ha affrontato – tra amarcord e progetti – più di un argomento interessante.

In particolare, dopo la lettura dell’intervista pare evidente il senso di appartenenza che si è venuto formando tra il mediano e la Sicilia, diventata riferimento della vita recente e prossima. A stralci, i passaggi più significativi:

IL SIRACUSA.

“Se a 36 anni sono ancora qui e rientro in un progetto importante è per due motivi: sono integro e ho voglia di fare sacrifici. Sono a Siracusa anche per l’amicizia che mi lega al Ds Laneri e per riavvicinarmi a Catania, città d’adozione dove avrei voluto chiudere la carriera. Non è stato possibile, ora faccio il pendolare”.

IL PRIMATO.

“Credo possa durare, era nei piani. Ora, tuttavia, temo si dovrà fare i conti con un’altra penalizzazione (3 assegnati a inizio anno, pare ne arrivino altri 2 per ritardo nei pagamenti). Ecco: strada non in discesa ma sappiamo affrontare le salite”.

SCARPINI AL CHIODO.

“Sarà il campo stesso a suggerirmi quando smettere. Per ora, mi diverto poi passerò dall’altra parte: vorrei partecipare alla realizzazione di un grande Siracusa con annesso centro sportivo. Magari come quello, che mi dicono bellissimo, costruito a Catania”.

SOTTIL.

“Ho insistito con la società perché lo ingaggiasse come tecnico: lo conosco dai tempi della Reggina e del Catania, ha enormi qualità caratteriali e tecniche”.

RICORDI.

“Dopo 20 anni di calcio ce n’è molti: alla Juventus sbagliai a non avere pazienza perché avrei fatto strada. Il ricordo più brutto che ho è la retrocessione con il Brescia dello scorso anno, il più bello è la prima salvezza in A con il Catania, dopo l’omicidio Raciti”.

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