Triestina, da Nereo Rocco alla Prima Divisione

Quando si dice che il mondo del calcio assomiglia alla vita, è sicuramente perché ci sono dei cicli che iniziano e finiscono. Pensate alla storia della Triestina, che ha giocato per anni in serie A sotto la guida di uno dei più grandi maestri del calcio italiano, Nereo Rocco. E che quest’anno, invece, ripartirà dalla Prima Divisione.

Un po’ di storia. Il primo campionato del dopoguerra venne giocato in due gironi a base geografica. La Triestina si piazzò ottava nel campionato Alta Italia e non poté accedere alla fase finale che attribuì lo scudetto. Nel 1946-1947 la Triestina fu costretta dalle autorità militari anglo-americane, che governavano a Trieste, a disputare le prime partite casalinghe della stagione allo Stadio Moretti di Udine. Un’altra squadra cittadina, l’Amatori Ponziana, disputava infatti il campionato jugoslavo: gli anglo-americani, per evitare incidenti, le avevano vietato di giocare in città, e per evitare polemiche, vietarono anche alla Triestina di giocare a Trieste. Il campionato fu disastroso, la squadra si classificò all’ultimo posto ma venne ripescata dalla FIGC, con delibera del 29 luglio 1947, proprio per le difficoltà sopraggiunte nella stagione. La FIGC decise di allargare il campionato successivo a 21 formazioni.

  • Nereo Rocco, il mito del calcio triestino

Nella stagione successiva, il 1947-1948, la Triestina passò nella mani di Nereo Rocco; egli impostò la squadra con un rivoluzionario “mezzo sistema”, modulo in pratica precursore di quello “all’italiana”. La squadra otterrà il secondo posto, alle spalle solo del Grande Torino, miglior piazzamento della sua storia. Cosa curiosa, saranno solo 15 i calciatori impiegati da Rocco nella stagione. Nel 1948-1949 la Triestina disputò un altro buon campionato, sempre guidata da Rocco.

In questa stagione la Triestina conseguì anche la vittoria più ampia mai ottenuta: 9-1 contro il Padova, proprio all’indomani della tragedia di Superga. A Superga perì anche Giuseppe Grezar, al quale sarà dedicato nel 1967 lo Stadio Comunale.

A seguito del fallimento la Triestina venne inserita nel girone triveneto del Campionato Nazionale Dilettanti. La stagione venne caratterizzata da un duello fra gli alabardati e il Treviso. La partita decisiva si disputò a Trieste il 7 maggio 1995 e vide prevalere i veneti per 2-1. A fine stagione la formazione giuliana sarà però ripescata in Serie C2 con delibera federale, per completare i quadri ridottisi a causa dell’esclusione dai campionati di molte società per problemi finanziari. Nel 1995-1996 la Triestina affrontò il primo campionato di Serie C2 della sua storia. La squadra rimase in tale categoria per sei stagioni. Per ben quattro volte fu capace di raggiungere i playoff promozione, ma solo al quinto tentativo riuscì a conquistare la Serie C1. Il primo anno venne eliminata dal Livorno in semifinale (Triestina-Livorno 2-3; Livorno-Triestina 1-1), nel 1997-1998 dopo aver eliminato la Pro Patria (2-0 a Trieste e vittoria a tavolino a Busto Arsizio per invasione di campo), non riuscì a superare in finale, a Ferrara, il Cittadella (0-0 d.t.s.) che venne promosso in quanto meglio classificato nella stagione regolare. Nel 1998-1999 il traguardo sembrò vicino. Dopo aver concluso la stagione regolare al secondo posto, la Triestina si sbarazzò della Vis Pesaro (2-2 in trasferta, 2-1 al Nereo Rocco), ma perse inopinatamente la finale di Mantova contro il Sandonà (0-1 d.t.s), a causa di un rigore segnato dall’ex Sandrin. L’anno successivo la panchina venne affidata a Maurizio Costantini, un ex alabardato con ben 307 presenze nella Triestina. Non basteranno sette vittorie di fila tra novembre e dicembre per vincere il campionato. L’epilogo ai playoff fu nuovamente nefasto: la Triestina affrontò per il secondo anno consecutivo la Vis Pesaro in semifinale, ma venne eliminata (Vis Pesaro-Triestina 2-1 e Triestina-Vis Pesaro 1-1).

Dopo cocenti delusioni patite nei playoff di serie C2, il neo presidente Amilcare Berti decise di affidare la panchina a Ezio Rossi. Nel 2000-2001, dopo un buon avvio di campionato, la squadra uscì dalla zona playoff, ma grazie ad una buona serie di risultati agguantò il quinto posto, sufficiente per agganciare gli spareggi promozione. Sullo slancio di questa risalita la Triestina eliminò in semifinale la Pro Patria e in finale il Mestre, guidato dall’ex tecnico alabardato Maurizio Costantini, vincendo tutte e quattro le partite dei playoff. Nella finale di ritorno, giocata allo Stadio Baracca di Mestre, segnò l’allora giovanissimo Marco Borriello.

L’anno successivo fu di nuovo promozione a seguito di un campionato giocato sempre nella parte alta della classifica e di playoff promozione disputati con grande ardore. Dopo aver regolato lo Spezia, la Triestina trovò sulla sua strada, come tante altre volte in passato in momenti cruciali della sua storia, la Lucchese. All’andata a Trieste gli alabardati si imposero per 2-0, mentre a Lucca, dopo 120 minuti drammatici, la gara termino 3-3, regalando alla Triestina la seconda promozione consecutiva. Quella gara difficilmente verrà dimenticata dai tremila tifosi giuliani giunti nella città toscana e dalle migliaia di appassionati che la seguirono in televisione.. La Triestina ritrovò così la Serie B dopo dodici anni di serie inferiori.

Nel campionato 2002-2003 la Triestina, grazie a un gioco molto spettacolare, riuscì per molte settimane a rimanere in testa alla classifica e si aggiudicò il titolo di campione d’inverno. Nel girone di ritorno la squadra accusò un calo e non riuscì nell’impresa storica di riconquistare la massima serie dopo oltre quarant’anni di attesa.

  • 2003-2011: Gli anni in Serie B

Il campionato successivo vide un avvicendamento sulla panchina alabardata: al posto di Ezio Rossi, passato a guidare il Torino, giunse Attilio Tesser. La squadra riuscì ad ottenere un più che decoroso posizionamento in classifica, grazie ad un ottimo girone di ritorno e al lancio di giovani interessanti come Alberto Aquilani e Davide Moscardelli.

Nel 2004-2005, sempre guidata da Tesser, la Triestina non si espresse su grandi livelli, tanto che riuscì a salvarsi solo dopo aver battuto il Vicenza nello spareggio-salvezza.

Al termine della difficile stagione, il presidente Berti vendette la società all’immobiliarista veneto Flaviano Tonellotto, che si fece conoscere subito per il particolare temperamento, l’imposizione di diete macrobiotiche ai giocatori e il difficile rapporto con giornalisti e tifosi.

Durante il campionato 2005-2006 la Triestina cambiò cinque volte l’allenatore. Alla coppia Alessandro Calori-Adriano Buffoni seguirono Pietro Vierchowod, il dirigente ed ex-giocatore Franco De Falco, l’allenatore delle giovanili Vittorio Russo e Andrea Agostinelli.

Il contestato proprietario fu costretto a dimettersi il 1º febbraio 2006 a causa di una precedente condanna di bancarotta e venne sostituito alla guida della società dalla moglie Jeannine Koevoets[6]. Successivamente la magistratura allontanò la famiglia Tonellotto dalla società per i problemi finanziari causati dalla gestione societaria del presidente. Flaviano Tonellotto e consorte saranno accusati di appropriazione indebita. Il tribunale ha poi nominato amministratori giudiziari Maurizio Consoli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Trieste, Roberto Lonzar, commercialista, e Franco De Falco, che il 7 marzo è diventato il nuovo presidente.

La crisi societaria terminò il 10 aprile, con la ricapitalizzazione della società. L’imprenditore friulano Stefano Fantinel ha sottoscritto il 79% delle azioni, seguito dalla multiutility AcegasAps con il 15%. Le altre quote sono state sottoscritte da imprenditori e personalità locali.

Pur nelle difficoltà societarie la squadra conquistò una salvezza abbastanza comoda, vincendo per 4-3 a Piacenza a due giornate dal termine. L’anno seguente (2006-07) la squadra fu protagonista di un campionato altalenante che si concluse con una sofferta salvezza, conquistata ancora una volta a Piacenza (1-1 grazie alla “storica” punizione di Allegretti che tra l’altro, oltre a far evitare agli alabardati i play-out, consegna la Serie A diretta, senza i play-off a Genoa e Napoli). La stagione fu caratterizzata dalla penalizzazione di un punto per il ritardo nella presentazione del bilancio e dall’esonero nel febbraio 2007 del tecnico Agostinelli al cui posto arriva Franco Varrella.

Alla fine del campionato venne esonerato il tecnico Franco Varrella e venne ingaggiato Rolando Maran. Il tecnico trentino guidò gli alabardati per due stagioni. Nella prima la squadra si comportò senza particolari alti e bassi, veleggiando quasi sempre nelle acque tranquille di metà classifica. Da segnalare nell’annata 2007-2008 la scoperta del bomber uruguayano Pablo Granoche che alla sua prima stagione in B realizzerà ben 24 reti in 36 partite, congedandosi dal suo pubblico a quattro giornate dal termine della stagione a causa di un infortunio che lo terrà fuori dai campi da gioco per qualche mese.

Nel campionato 2008-2009 la Triestina ottenne un inaspettato risultato, grazie anche al forte equilibrio che regnò tra le squadre. Dopo un girone e mezzo in piena zona Play Off la squadra ebbe un calo imprevisto nelle ultime giornate e, dopo le sconfitte contro Vicenza, Treviso,Empoli e Modena perse definitivamente la possibilità di approdare agli spareggi promozione.

Dopo la separazione consensuale con Maran, al termine del campionato, la guida tecnica è affidata a Luca Gotti. Dopo un buon inizio seguito da una lunga serie di sconfitte, il tecnico viene esonerato il 6 ottobre 2009. Al suo posto viene ingaggiato Mario Somma.

Anche Mario Somma ha un buon avvio (la squadra ottiene sette risultati utili consecutivi e il passaggio del turno in Coppa Italia), ma tra la fine di novembre e l’inizio di febbraio, viene vissuta una fase negativa con soli 4 punti in nove incontri di campionato. Dopo la sconfitta casalinga col Sassuolo, Somma viene così esonerato. Al suo posto viene ingaggiato Daniele Arrigoni. Per la terza volta con un nuovo tecnico la squadra sembra risollevarsi, ma gli alabardati chiuderanno il campionato al quint’ultimo posto e dovranno giocarsi la permanenza in B nel doppio confronto con il Padova.

Dopo lo 0-0 dell’andata la sconfitta casalinga per 3-0 condanna la Triestina alla retrocessione in Lega Pro, ma le difficoltà finanziarie di alcune società della serie cadetta – in particolare l’Ancona – lasciano aperta l’ipotesi del ripescaggio in serie B, ufficializzato poi il 4 agosto 2010. Dopo il ripescaggio, la squadra viene affidata a Ivo Iaconi per la stagione 2010-2011, dopo un discreto avvio la squadra accusa una pesante flessione ed i risultati negativi ottenuti nei mesi di novembre e dicembre portarono al suo esonero, a cui la società alabardata tenta di porre rimedio sostituendolo nella sosta natalizia con Sandro Salvioni che però non riesce a evitare la retrocessione in Lega Pro avvenuta matematicamente il 21 maggio 2011 in occasione della sconfitta interna contro il Vicenza per 0-1. Nell’ultima partita della stagione, in casa dell’Ascoli, il 29 maggio 2011 perde in modo imbarazzante per 3-0, classificandosi così 20ª in Serie B con 40 punti e retrocedendo di fatto in Lega Pro. La retrocessione della squadra giuliana lascia allibiti i suoi tifosi e la Triestina è condannata nuovamente alla terza serie del calcio italiano dopo nove anni di permanenza nella serie cadetta, a causa di una disastrosa gestione societaria.

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