Interviste Avellino – Como. Bucaro: “Dobbiamo salvarci, non vincere il campionato. Gara diversa da quella di Benevento”. Ramella: “Meritavamo noi, il gol di Zullo era regolare”

Avellino – Como diretta web

Pre partita Avellino – Como:

Ernestino Ramella a Sportitalia:

“Confermo, sono stato un attaccante di serie A. Ho militato nel Varese e l’anno scorso sono stato premiato per essere stato l’ultimo a segnare con la maglia dei lombardi in serie A. Rispetto alla sfida di stasera, so che le statistiche dicono che siamo due squadre poco propense al pareggio, non abbiamo mezze misure. Noi abbiamo cambiato modulo un paio di volte per via degli infortuni. Anche oggi mancano Toledo e Lewandowski, cercheremo di non rimpiangerli. Affrontiamo una squadra agguerrita che viene da due risultati importanti. Proporremo il 4-3-3 con l’intenzione di fare la partita, provo a vincere la gara con gli esterni che devono tagliare e allargarsi per giocare l’uno contro uno”.

Fine partita. Conferenza stampa Ramella:

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Avellino – Como diretta web: 3-3. Ripa e Filippini (2), Millesi e Zigoni per i locali. Cosa ha fatto D’Angelo?!

Avellino – Como diretta web: 3-3
Rete: 16′ Ripa (C), 7′ st rig. e 31′ rig. Filippini (C), 20′ st Millesi, 30′  st Zigoni (A), 45′ st D’Angelo (A)

Modulo speculare – il 4-3-3 – e paiono coincidere anche gli obiettivi di stagione, sebbene il Como si trovi in una posizione di classifica leggermente migliore (19 punti a 15) e possa sfruttare l’occasione di una eventuale vittoria ad Avellino per avvicinarsi ulteriuormente alle primissime posizioni della graduatoria di Prima Divisione A. Lo stadio Partenio Lombardi saprà accomunare per una sera irpini e lariani nel ricordo sempre vivo del grande Adriano Lombardi, compianto centrocampista che ha militato, nel corso della carriera, in entrambi i club e deceduto il 30 novembre 2007 per un male incurabile. Sarà toccante ma sarà una festa.

L’augurio esplicito è che le due squadre sappiano sul campo – con correttezza e rispetto – onorare tale ricorrenza. La certezza è che – sugli spalti, tra i vessilli e le ugole della curva sud – si repirerà un clima particolarmente coinvolgente.

Rispetto alla gara, un paio di premesse: è – nello specifico – il primo degli anticipi stagionali di Lega Pro ma, da oggi in poi, seguiranno tuti gli altri. Da qui alla fine della stagione. Il secondo: controbattere alle logiche dei diritti televisivi e alle opportunità – o meno – che del calcio ne possa beneficiare innanzitutto il tifoso che si reca allo stadio pare oggi discorso antiquato come una scarpa degli anni Trenta. Non saprei dire se è un bene o un male: penso al piacere di chi finalmente può guustarsi il suo Avellino o il suo Como dalla poltrona di casa ma penso anche che gli stadi, sempre più, saranno locus amenus. E se il principio attecchisce anche in Lega Pro significa forse che alle società sta bene così.

Non pare azzardato ipotizzare un successo dei lariani: lo dicono le statistiche. Gli irpini, che tra le mura amiche non sanno pareggiare, in casa vincono (tre volte) o perdono (3 volte). Altrettanto netto il cammino del Como fuori casa, dove i lariani non hanno mai pareggiato, cogliendo tre successi e due cappao.

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Adriano Lombardi sempre nel cuore: c’è solo un capitano

Avellino – Como nel segno di Adriano Lombardi

Lui e Ago. Sono cresciuto portandoli sempre nel cuore e vivo con la ferma convinzione che Adriano Lombardi e Agostino Di Bartolomei non potrò mai dimenticarli. Allora, ogni anno.
Ogni anno, il 30 novembre e il 30 maggio sono momenti di ricordo indissolubile. Mi ritaglio un angolo tutto mio e provo a riviverli in maniera esclusiva. Consapevole che il ricordo di quel giorno a Mercogliano – quando Lombardi, già malato di Sla e a una fase avanzata della malattia – ho potuto vederlo da vicino e le immagini di quella dannata partita del 1984 che la Roma perse in casa contro il Liverpool resteranno lì per sempre. In tasca.

Due campioni. Con la palla e senza. Altrettante Bandiere che hanno saputo restare issate nella gloria del gioco del calcio allo stesso modo in cui hanno fatto breccia nei sentimenti dei tifosi che ne hanno potuto ammirare le gesta. Li accomunava quel modo d’essere persone per bene, mai al di sopra delle righe. Li ha uniti una fine drammatica, infelice.
Centinaia di migliaia di righe a volte sono eccessive. Altre ancora, appena sufficienti. E in alcuni casi, i fiumi di inchiostro sembrano controproducenti. Perché fai fatica a esprimere quello che – quando te lo racconti nel silenzio di un attimo costruito tutto per te – è impresso nella mente.

Un suicidio e un male incurabile. Un colpo di pistola alle 8.50 del 30 maggio 1994 e il lento – ma crudele – avanzare di un mostro cui ancora non si sa replicare. Un mostro che finì di agire il 30 novembre 1997. Non occorreva essere sostenitori della Roma, del Como o dell’Avellino per mostrare lacrime vere, cadute a fiotti. Partecipazione sentita, come quando accadono cose che scavano un solco nelle esistenze.

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Coppa Italia: Lecco – Como 3-2, decide Fabbro

Coppa Italia Lega Pro
Lecco – Como 3-2
Qualificato: Lecco

Altro affondo per il periodo già critico che sta vivendo il Como, a corto di gioco e risultati: sarà pure una parentesi meno significativa rispetto al campionato di Prima Divisione A, ma per i lariani arriva anche l’eliminazione dalla Coppa Italia in seguito alla sconfitta subita per mano del Lecco, a cui è riuscito di evitare in extremis i supplementari.

Non era cominciata male per gli ospiti, in vantaggio per primi grazie a un calcio di rigore insaccato da Lewandowski dopo 38′ della prima frazione di gioco. pareva legittimare una buona concentrazione espressa dall’11 lariano, invece gli avversari hano saputo ricompattarsi in fretta e agguantare il pari con Ischia.

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Como che c’è? Ramella e i guai in difesa

Certo, nel calcio si fa presto a parlare di crisi. In quello moderno, poi, con i tre punti a vittoria, la tramontana può arrivare anche a distanza di tre settimane nel corso delle quali il gap pagato tra i nove punti a disposizione e quelli effettivamente conquistati sa determinare forbici decisive.

Stavolta, a risentire della brusca frenata delle ultime giornate è  il Como e in terra lariana – sebbene non ci si possa preoccupare ancora per una classifica dignitosa – risulta difficile non sentire le campanelle d’allarme al rintocco per la carenza di gioco, e l’approccio errato di fronte alle recenti prestazioni. E’ questa la situazione della compagine lombarda che, dopo aver vinto a Viareggio, nelle ultime due settimane è caduta in picchiata: dopo la clamorosa sconfitta interna contro la Tritium (che però sta facendo davvero bene) ne è arrivata un’altra contro il Taranto.

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VIDEO Taranto – Como 3-1: Guazzi, Rantier, Girardi, Tavares

Taranto – Como 3-1

Stavolta, a subire il contraccolpo, potrebbe essere la Ternana che – non oltre lo 0-0 sul terreno della Spal – ha visto il vantaggio sul Taranto dimezzarsi: da quattro a due lunghezze in favore degli umbri. Merito grande dei pugliesi che, sebbene il Como fossse avversario degno e pericoloso, sono riuciti ad archiviare la pratica già nel primo tempo.

Il secondo, semmai, è servito per arrotondare e spegnere le velleità lariane, esauritesi tutte nela rete della bandiera di Tavares nel corso del recupero. Gli uomini di Davide Dionigi hanno vinto e convinto: occorrreva riscattare la sconfitta di Benevento (ma anche lì, il Taranto in parità numerica è piaciuto più dei campani) e riprendere a marciare come qualche giornata fa, quando ai tarantini veniva riconosciuta non solo efficacia ma anche freschezza di manovra.

Che serva per mettere in archivio le recenti frenate? Di sicuro, è ottima replica a chi pensava che la ternana avrebbe fatto campionato a sè. Il Como resta a 16 punti, appaiato al Carpi.

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Taranto a forza tre: il Como è battuto

TARANTO-COMO 3-1
MARCATORE p.t. 5′ Guazzo, 16′ Rantier su rigore; s.t. 37′ Girardi, 47′ Tavares (C)
TARANTO (3-4-3) Faraon; Cutrupi, Coly, Prosperi; Antonazzo, Di Deo (37′ s.t. Pensalfini), Sciaudone, Rizzi; Chiaretti, Guazzo (29′ s.t. Girardi), Rantier (21′ s.t. Giorgino). A disp. Maraglino, Colombini, Garufo, Pensalfini, De Gasperi, Girardi. All. Dionigi.
COMO (4-4-1-1) Giambruno; Diniz, Zullo (18′ s.t. Ciotola), Urbano, Som; Ghidotti, Salvi, Lulli, Filippini (29′ s.t. Tavares); Toledo; Ripa. A disp. Conti, Vicente, Ardito, Bardelloni, Romano. All. Ramella.
ARBITRO Saia di Palermo.
NOTE Paganti 3.273, abbonati 949. Ammoniti: Giambruno, Urbano, Zullo, Diniz, Prosperi, Faraon, Salvi, Rizzi, Girardi. Angoli: 8-7

Nonostante proprio in casa sia arrivata la sconfitta più amara della stagione (contro la capolista Ternana), il Taranto continua ad essere una macchina da gol e da punti allo stadio “Iacovone”. Anche per il Como c’è poco da fare. I lariani, che fino a questo momento hanno disputato un ottimo avvio di stagione, vengono sconfitti malamente e solo la rete di Tavares al 92′ rende meno pesante il passivo.

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