Pavia, esonerato Andrissi. Arriva Carbone

Benny Carbone, attuale mister della “Berretti”, è il nuovo allenatore del Pavia. La Società ha deciso di affidargli la guida della prima squadra a partire dall’allenamento odierno. L’A.C. Pavia rigrazia mister Gianluca Andrissi per il lavoro svolto con grande impegno, umanità e professionalità.

  • Carriera da calciatore (fonte: Wikipedia) – Carbone inizia la sua attività al Torino, dopo aver vinto un provino con la maglia della A.S. Scillese, compagine dilettantistica di Scilla, città limitrofa alla natia Bagnara. Nella stagione 1988/89 disputa con la maglia del Toro in Serie A tre partite senza però mai segnare, esordendo nella massima serie il 15 gennaio 1989 contro il Pisa. In quella stagione il Torino retrocede in Serie B e la stagione successiva gioca 5 partite tra i cadetti, senza realizzare alcuna rete. Dopo questa annata viene mandato in prestito alla Reggina, sempre in Serie B, dove trova più spazio e gioca 31 partite segnando 5 gol.

Nella stagione 1991/92 nuovo trasferimento, sempre in cadetteria, stavolta alla Casertana (31 incontri con 4 gol realizzati). Nella stagione successiva passa all’Ascoli con cui disputa 28 partite segnando 6 gol.

Il ritorno al Torino avviene nella stagione 1993/94. Nel torneo di serie A gioca 28 partite segnando 3 gol e regalando numerosi assist ai compagni, catturando l’attenzione delle grandi squadre. Nell’estate 1994 si scatena un’asta per l’acquisizione del suo cartellino, che vede vincitrice la Roma costretta, pochi giorni dopo, a cederlo al Napoli nell’ambito dell’affare che porta in giallorosso Daniel Fonseca. A Napoli gioca 29 partite e segna 4 gol in campionato, più 5 partite e 3 gol in Coppa UEFA. Indossando senza remore la maglia numero 10 azzurra, dopo due mostri sacri come Diego Armando Maradona e Gianfranco Zola, si conquista l’ammirazione dei tifosi partenopei, che vedono in lui il degno erede della tradizione dei numeri 10 napoletani.

Ormai indiscusso idolo, nell’estate 1995, dopo solo una stagione all’ombra del Vesuvio viene ceduto all’Inter a causa dei gravi problemi economici della società azzurra. A Milano non riesce pienamente a mostrare le sue grandi doti di fantasista, gioca 31 partite segnando solo 2 gol. Finito in panchina nella stagione successiva (1996/97) per incomprensioni con l’allenatore Roy Hodgson, resta in nero-azzurro fino ad ottobre per poi essere ceduto agli inglesi dello Sheffield Wednesday, squadra militante in Premier League, dove gioca 25 partite segnando 6 gol.

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Cavese, via Rossi. Presentato Melotti

La Cavese le prova tutte per risollevarsi dall’ultimo posto in classifica. Adesso l’ultima parte del tragitto toccherà farla con Mauro Melotti, da oggi ufficialmente nuovo allenatore degli aquilotti, subentrato a Marco Rossi. Alla presentazione del nuovo tecnico anche il presidente Spatola, che ovviamente – come è d’obbligo – ha ringraziato Rossi per il lavoro svolto, precisando anche che il suo esonero è soltanto legato alla latitanza di risultati e alla necessità di una scossa motivazionale per tutto l’ambiente.

  • Il nuoto tecnico – Mauro Melotti, nato nell’aprile del 1952, l’anno scorso ha chiuso il campionato al quarto posto nel girone B della Prima Divisione con il Rimini. Dopo le note vicende della società romagnola, ha accettato con entusiasmo la sfida che gli ha proposto la società metalliana con il direttore generale Maglione. Poi Melotti ha parlato un po’ di se stesso: «Non credo di poter essere definito un sergente di ferro, sono solo un professionista serio che crede nel rispetto delle regole comportamentali del gruppo e del rispetto reciproco di tutte le componenti allenatore, società, squadra, tifosi e addetti ai lavori».

Mauro Melotti ha anche parlato di come intende giocare con la Cavese:

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Gela, esonerato Miranda. In panchina Ammirata

Dopo aver raccolto la miseria di cinque punti nelle ultime undici partite, e dopo un periodo nero anche dal punto di vista societario, alla fine il presidente del Gela Angelo Tuccio ha deciso di sollevare dall’incarico di allenatore Nicola Provenza, chiamando il veterano Alfonso Ammirata.

La metamorfosi – La squadra siciliana, che in avvio aveva sorpreso tutti gli addetti ai lavori e non solo, raccogliendo 19 punti in dieci giornate, si è smarrita pian piano inanellando la peggior serie stagionale in Lega Pro, con al passivo sei sconfitte consecutive, interrotte solamente dal successo contro il Pisa (2-1) e ripreso con le due discrete prestazioni contro Benevento (0-1) e Andria (1-4).

Il nuovo allenatore – Alfonso Ammirata, mister classe ’51, e con alle spalle diversi campionati nella vecchia C1 e C2 ma anche Serie D avrà il principale compito di recuperare un organico non tanto dal punto di vista fisico, bensì dal punto di vista psicologico.
Ecco il comunicato con il quale la società siciliana ufficializza l’arrivo del nuovo tecnico.

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Barletta, via Sciannimanico. Arriva Cari

La S.S. Barletta Calcio ha esonerato dalla conduzione tecnica della prima squadra il sig. Arcangelo Sciannimanico. Al suo posto è stato tesserato il sig. Marco Cari, già tecnico, tra le altre, di Salernitana, Perugia, Arezzo e Taranto. Cari si avvarrà del lavoro del suo vice Stefano Furlan.

Il nuovo tecnico, che ha svolto ieri pomeriggio il suo primo allenamento con la sua nuova squadra, è stato presentato nel corso di una conferenza allo stadio “Puttilli”. La società biancorossa coglie l’occasione per ringraziare Arcangelo Sciannimanico per il lavoro svolto e gli augura un brillante prosieguo della sua attività.

Come nel suo primo giorno di scuola, Marco Cari, ha voluto conoscere i suoi nuovi alunni. “Devo dire – dice il tecnico di Ciampino – che ho trovato una squadra piuttosto abbattuta dal punto di vista del morale. Penso che dovremo lavorare soprattutto in questa direzione, perchè l’organico è di tutto rispetto”.

Non ha dubbi l’ex tecnico di Taranto e Salernitana sulla qualità del Barletta.

“Se fossimo ad inizio campionato – aggiunge Cari – non avrei dubbi nel considerare il Barletta tra le prime quattro-cinque del torneo. E’ chiaro che adesso la situazione è diversa perché in realtà siamo ultimi, senza le penalizzazioni, e squadre che hanno giocatori di qualità spesso hanno problemi quando si trovano in queste situazioni. E’ il nostro un campionato molto equilibrato e a parte la Nocerina possiamo giocarcela contro chiunque”.

Simpatico, poi, il siparietto in sala conferenze. “Vi vedo tristi, coraggio”.

Così Cari si è scherzosamente rivolto ai cronisti presenti. Grande risata che ha contribuito a stemperare un’aria piuttosto grigia.

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Il Benevento sceglie Galderisi

Giuseppe “Nanu” Galderisi è il nuovo allenatore del Benevento. La sconfitta contro la Juve Stabia nel derby di domenica scorsa è costata la panchina ad Agatino Cuttone, reo di aver perso troppi punti nelle ultime giornate. Gli stregoni si affidano così ad un allenatore di assoluta esperienza per la categoria, sperando di recuperare terreno in classifica e giocarsi – anche attraverso i playoff – l’accesso alla serie B.

La carriera da giocatore – Galderisi inizia a giocare a Trecasali, in provincia di Parma, proseguendo nelle giovanili della Frattese e della Vietri-Raito. Nel 1976 viene acquistato dalla Juventus su segnalazione di Cestmir Vycpalek. Quasi quattordicenne si trasferisce a Villar Perosa, gioca nelle giovanili del club torinese venendo anche convocato nelle squadre giovanili della Nazionale. Il 20 agosto 1980 l’esordio con la prima squadra nella partita di Coppa Italia Udinese-Juventus (2-2). La prima presenza in Serie A arriva il successivo 9 novembre, con l’ingresso in campo al 60′ di Perugia-Juventus (0-0). Con la Juventus gioca altri due campionati, fino al 1983. Vince con la squadra due scudetti ed una Coppa Italia.

Dal 1983 gioca nell’Hellas Verona. Nella stagione 1983-1984 segnò 9 reti. Nella stagione successiva (1984-1985) contribuisce alla vittoria dello scudetto da parte degli scaligeri in qualità di capocannoniere della squadra (29 presenze e 11 gol). Gioca un’altra stagione a Verona per trasferirsi al Milan nella successiva stagione 1986-1987, durante la quale colleziona 21 presenze e 3 gol in campionato e vince un Mundialito per club. Nella stagione 1987-1988 gioca in serie cadetta con la Lazio all’epoca guidata da Eugenio Fascetti, centrando la promozione in Serie A. Nell’annata seguente torna al Verona.

Nell’estate del 1989 viene riscattato dal Milan, che lo cede a campionato iniziato al Padova, sodalizio militante nel torneo di Serie B. Con i padovani Galderisi gioca sette anni, di cui cinque nella serie cadetta, riuscendo per tre campionati a segnare più di 10 gol (14 nel 1990-1991, 12 nel 1992-1993 e 15 1993-1994), e due nella massima categoria, segnando un solo gol e giocando lo spareggio vinto ai calci di rigore contro il Genoa, valido per la permanenza in Serie A della squadra veneta. Conclude la sua carriera negli Stati Uniti, disputando un campionato a testa con i New England Revolution ed i Tampa Bay Mutiny, nella Major League Soccer.

Si ritira dal calcio giocato nel 1997.

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