Feralpi – Piacenza diretta web 0-1

Partita da brividi quella del Lino Turina dove tra poco scenderanno in campo la FeralpiSalò ed il Piacenza, un match che può essere considerato uno scontro salvezza.

La squadra emiliana infatti, ha altro a cui pensare, c’è una società che sta per dare fallimento e nessuno vuole prenderla, ma nonostante questo va sottolineata la tenacia e la buona volontà dei giocatori che scendono regolarmente in campo facendo anche risultati.

Il Piacenza senza la penalizzazione di 4 punti ne avrebbe 7. La squadra bresciana invece non riesce a invertire la tendenza, ha cambiato allenatore e qualcosa si è visto nel match perso 1-0 contro il Pergocrema, ma a Romondina si chiede il miracolo della salvezza, e soprattutto la prima vittoria dopo cinque sconfitte. Il tecnico sembra intenzionato al turn over, Tarana e Tarallo sono le punte.

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Feralpi, Remondina fa la rivoluzione; Piacenza con Guzman e Di Bella

Immaginate una ripresa da favola. Cosa viene in mente? Che l’Italia improvvisamente si riprenda da una crisi economico-politica sempre più cronica? No, roba purtroppo più semplice seppure – nel suo piccolo – complessa e incredibile. Immaginate una ripresa da favola, si diceva, e che quel capolavoro sia riuscito in 45′ di calcio giocato a una squadra in netta difficoltà. Societaria e calcistica.

A tal punto grande, quella favola, che il Piacenza – capace di viverla – potrebbe da lì in avanti aver ribaltato i destini del suo campionato. Quanto avvenuto al Garilli contro il Lanciano ha del miracoloso, lo sanno bene anche gli uomini di Remondina: perchè il Feralpisalò contro quel Piacenza, rischia di incappare tra qualche ora.

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Piacenza, Guerra in campo (e fuori); Lanciano a tre punte

Giocare in casa eppure giocare fuori. E’ l’amara situazione che vivrà il Piacenza tra poche ore, quando lo stadio Garilli apparirà in tutta la sua vuotezza a causa della protesta annunciata da parte del pubblico di fede biancorossa. Presa di posizione (doverosa e dignitosa, diciamo noi) dovuta alla costante confusione che aleggia intorno al club i cui destini societari restano nebulosi e oscuri.

Che vuole fare Fabrizio Garilli? Nell’attesa che il diretto interessato lo scopra (magari con il gradito contributo di qualche compratore serio e affidabile), il popolo emiliano ha scelto da che parte stare: nessuno tocchi e comprometta dignità e onore del club. Vorrebbe dire ledere alla città e a ciascun degno rappresentante della stessa.

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Piacenza, sciopero ultras: nessuno a Lanciano

Torneremo a parlare di Piacenza solo ed esclusivamente per l’exploit di una squadra alla quale siamo legati da rispetto conquistato sul campo.

Non è tuttavia questo il momento di farlo, visto che a tenere banco sono le dinamiche di una situazione societaria complessa: club in vendita, nessun passo avanti.

Lì lì per concludere la cessione – Stefano Massacci ha tenuto le antenne rizze per qualche settimana -, resta solo l’amarezza di una presa d’atto irreversibile: c’è ancora Fabrizio Garilli.

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Caos Piacenza, Massacci saluta

Il Piacenza Calcio è davvero sull’orlo del baratro, nonostante la squadra stia cercando di far dimenticare sul campo le delusioni extracalcistiche. Non sempre riesce, eppure basterebbe lo stesso impegno e carattere mostrato domenica sul difficile campo del Portogruaro anche in seno alla società.

Dev’essere cessione? Cessione sia. Ma con serietà, please. Accade ora che regni il caos. Stefano Massacci, uno dei personaggi chiave che hanno ruotato intorno al club nelle ultime settimane in virtù di quell’interesse iomprenditoriale mostrato verso l’acquisizione della società emiliana, si tira indietro a soli due giorni dalla ricezione della lettera inviatagli dal presidente in pectore Fabrizio Garilli.

Nessuna risposta soddisfacente da Garilli alle richieste avanzate ha spinto Massacci a chiamarsi fuori: solo strategia? Fosse così, verrebbe da dire che – pur riconoscendo alle trattative dinamiche complesse – è arrivato il momento di finirla. Perchè storia, blasone e dignità costruiti nel corso degli anni non meritano tale spreco. Da Massacci a Garilli:

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Portogruaro, dubbio Della Rocca; Piacenza, Guerra con Volpi?

Vero: così sembra di sparare sulla Croce Rossa, però – fossimo nei panni della formazione di casa – cercheremmo di non sottovalutare l’impegno casalingo pensando che tanto. tanto il Piacenza non c’è.

Società a pezzi, squadra ancora non pervenuta: il Portogruaro ha sulla carta l’opportunità di cogliere la situazione al volo e mettere in cascina tre punti d’oro. Fosse stato altro momento, crediamo che non ci sarebbe stata partita ma Piacenza vive un dramma sportivo che non si è ancora consumato.

Antenne tese, in Emilia Romagna, più in attesa delle parole di Stefano Massacci che alla ricerca di buone nuove dal Veneto. Sapranno Guzman e compagni isolarsi e ignorare le tensioni del periodo?

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Piacenza, manca fideiussione: Massacci, fai presto

Il Piacenza Calcio rischia di sparire: l’appello dei tifosi – con tanto di manifestazione – non ha sortito gli effetti sperati, la famosa cordata che avrebbe dovuto rilevare la società si è quasi dissolta nel nulla. Resta – caso isolato – il solo Stefano Massacci a portare avanti la causa emiliana nel tentativo di evitare il fallimento. L’invito rivolto allo stesso Massacci – fai presto, il senso dell’appello – proviene da fonte autorevole: Fabrizio Garilli, il presidente. Attraverso una nota, Garilli tenta di battere il cosiddetto colpo:

“Bisogna affrettare i tempi, altrimenti saranno dolori, siamo pronti a trattare a venire incontro alle sue esigenze ma serve la fidejussione di 3,7 milioni di euro per attestare l’effettivo interesse nei confronti della società biancorossa”.

Resta il rammarico per una situazione quantomeno delicata: merita ben altro, Piacenza, di una fantomatica cordata che prima si è messa in moto verso la città emiliana e poi ha proseguito. Chissà per dove.

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Piacenza, società a pezzi. La dignità dei tifosi: “Solo per la maglia”

Il Piacenza vive un dramma sportivo cominciato con lo scandalo delle scommesse di quest’estate, finito nei palazi societari dove è in atto il tentativo di cessione e passato attraverso terreni di gioco, là dove contano solo i risultati maturati sul campo. Un avvio di stagione per nulla positivo, quello degli emiliani di mister Francesco Monaco i quali, oltre a fare i conti con i quattro punti di penalizzazione non ancora assorbiti (la graduatoria dice: -1) si sono imbattuti in prestazioni opache.

L’ultimo posto occupato nella classifica di prima divisione B lo mostra in maniera inequivocabile. E ora, a fomentare ulteriormente un ambiente già deluso, i gravi (e irrisolvibili? perchè ci si mette tanto? perchè le bocche cucite?) problemi societari che affliggono i rossi: si attende a giorni il nome della nuova proprietà ma, sebbene si sta delineando in maniera chiara l’ipotesi di una cordata che rilevi il club, i tifosi mostrano scarsa convinzione. Sfiducia, distacco verso quella gente lì. Perchè, inutile il giro attorno: c’è modo e modo di perdere. Di uscire sconfitti. C’è Dignità e dignità. Di vivere le situazioni, di superare le cose. Il dito puntato? Si vede, eccome.

Non solo per la graduatoria, non solo verso calciatori – o meglio, su alcuni di essi -, piuttosto puntato da quella parte là, da dove non arriva tranquillità. L’ambiente? Ne risente in maniera drammatica. Tant’è che il dramma sportivo sta per consumarsi e si tramuta in un cantiere aperto nel quale mancano operai, progetti, intenti, obiettivi. Di rimando, il brand  (per quelli là: mica è passione. Semmai sono affari) sembra non attirare più. Nè gli imprenditori nè gli sponsor. Verrebbe da dire che il Piacenza è in primo luogo di Piacenza.

Non di Fabrizio Garilli, non di Monaco nè di Guzman.

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Piacenza, Guzman gol; Cremonese con o senza Musetti?

Cominciamo col dire che, per un motivo e per l’altro, non è ancora (in attesa del ritorno?) sfida da vertice. Eppure, resta sempre partita di cartello perchè il derby del Po tra Piacenza-Cremonese è un richiamo che resterà tale anche negli anni a venire.

Anche se, anzichè militare nella Prima Divisione B, le due formazioni giocassero in Promozione. Allora, provate a dirlo ai tifosi che la graduatoria racconta ben altro. Vero è che il Piacenza sta deludendo: risultati scarsi, gioco a tratti: la penalità di quattro punti non è ancora stata immagazzinata del tutto visto che l’unica vittoria (a fronte di due sconfitte) ha portato tre punti e alla casella punteggio, si legge ancora -1.

Vero anche che la Cremonese, a causa della batosta di una penalizzazione che recitava meno sei, non ha fatto altro che provare a cancellare al più presto il gap. Ci sono riusciti alla grande, i grigiorossi, inanellando tre vittorie in tre partite (l’ultima in casa contro la Carrarese nel recupero della prima giornata: 3-0) e candidandosi più che seriamente per un posto in serie B.

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