Piacenza, Guerra in campo (e fuori); Lanciano a tre punte

Giocare in casa eppure giocare fuori. E’ l’amara situazione che vivrà il Piacenza tra poche ore, quando lo stadio Garilli apparirà in tutta la sua vuotezza a causa della protesta annunciata da parte del pubblico di fede biancorossa. Presa di posizione (doverosa e dignitosa, diciamo noi) dovuta alla costante confusione che aleggia intorno al club i cui destini societari restano nebulosi e oscuri.

Che vuole fare Fabrizio Garilli? Nell’attesa che il diretto interessato lo scopra (magari con il gradito contributo di qualche compratore serio e affidabile), il popolo emiliano ha scelto da che parte stare: nessuno tocchi e comprometta dignità e onore del club. Vorrebbe dire ledere alla città e a ciascun degno rappresentante della stessa.

Ecco: che in uno scenario simile i locali debbano vedersela proprio contro una delle squadre più in forma del girone, pare una beffa che il destino poteva evitare anche se, a ben vedere, è proprio contro la seconda in classifica che una eventuale vittoria potrebbe portare linfa vitale e garantire un cambio di rotta importante. A una manciata di giri di lancette dal fischio di inizio, il Piacenza pare intenzionato a puntare su Calderoni sulla fascia sinistra della difesa mentre Lisi e Foglia vivranno il ballottaggio fino alla fine.

Guerra unica punta con Kuzman messo ad agire tra mediana e attacco. Ospiti vogliosi di non perdere il treno che porta alla vetta della graduatoria: è il motivo per il quale Chiricò, Pavoletti e Titone dovrebbero continuare ad agire contemporaneamente sul versante d’attacco. Tornano a disposizione sia Vastola che Zeytulaev.

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