Colpo di testa, nuove ricerche scientifiche spaventano

Un recente studio ha messo in evidenza come ci sarebbe una vera e propria correlazione tra la riduzione di determinate funzioni a livello cerebrale e la frequenza con cui si colpisce di testa nel gioco del calcio. Si tratta di lesioni che, tra le altre cose, si possono già notare dopo circa due anni.

colpo di testa

Una ricerca che è stata svelata nel corso dell’usuale riunione della Radiological Society of North America, ha messo in evidenza una relazione piuttosto preoccupante. Da una parte troviamo il colpo di testa, ovvero uno dei gesti atletici più diffusi in ambito calcistico, e dall’altra troviamo un declino che si può facilmente misurare in termini di microstruttura e funzionalità del cervello. Tra questi due elementi c’è una correlazione che si può notare già dopo pochi anni.

Ed è proprio questa ricerca a far preoccupare sportivi, anche solo amatoriali. In tutto il mondo comincia a diffondersi un certo timore in riferimento alle lesioni cerebrali che vengono provocate, ma anche quelle potenziali, per via dei colpi di testa nel gioco del calcio. Il rischio è che proprio questo gesto atletico possa, con il passare del tempo, portare a delle problematiche cerebrali a lungo termine.

A preoccupare i medici sono, in modo particolare, tutti quegli eventi legati al colpo di testa che si sono verificati in giovane età, che comportano spesso e volentieri un grosso rischio a livello neurodegenerativo, aumentando e non di poco il rischio che l’ex calciatore possa essere colpito pure da demenza con il passare del tempo.

Diverse altre ricerche, nel corso degli anni, hanno messo in evidenza come ci fosse un effetto negativo sul cervello del colpo di testa nel gioco del calcio, ma solo in un momento singolo. Invece, questa nuova ricerca cambia decisamente le carte in tavola, dal momento che si basa su una valutazione che riguarda le modifiche avvenute a livello cerebrale nel giro di un biennio. Questo studio, tra l’altro, si è basato sull’osservazione dei dati che riguardano 148 calciatori di giovane età, ma adulti, che militano in campionati dilettantistici, che hanno un’età media pari a 27 anni, di cui il 26% è di genere femminile. Così, il gruppo di ricercatori ha voluto realizzare anche un apposito questionario proprio dedicato ai calciatori, in maniera tale da poter comprendere meglio qual è la frequenza con cui vanno a colpire il pallone proprio con la testa.

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