Zeman, lettera aperta a squadra, tifosi e città

Dispiaciuto dagli ultimi equivoci e da varie dichiarazioni ed opinioni che non mi sarei mai aspettato, sento la necessità di chiarire la mia posizione nei confronti del Foggia Calcio, ma soprattutto del pubblico foggiano che non smetterò mai di ringraziare per l’affetto e la stima che mi ha sempre dimostrato.

Un anno fa, in ritardo rispetto ai tempi in cui si è soliti costruire una solida stagione calcistica, sono stato chiamato a dare una mano ad una Società e ad una Città con cui in passato mi ero tolto enormi soddisfazioni e che, senza la mia presenza ed il mio richiamo, rischiavano di perdere il calcio professionistico. Per salvare la precaria situazione del Foggia non ho saputo dire di no ed a distanza di 24 anni, dopo 19 stagioni di Serie A e B, ho accettato di tornare in serie C. Come ho sempre fatto, ho siglato un accordo annuale al fine di lasciare totale libertà alla società ed a me stesso di proseguire il rapporto, a stagione conclusa, solo se i progetti di entrambi avessero continuato a viaggiare all’unisono.

Il mio obiettivo personale era quello di regalare la promozione in B alla città di Foggia. Fino a tre giornate dalla fine del campionato sembrava che si potesse agganciare la zona playoff, ma un po’ di errori di gioventù e tante irregolarità arbitrali o di altra natura hanno portato ad un risultato diverso. La valorizzazione di tanti calciatori (6 nazionali, ma nessuno di nostra proprietà) e tante partite giocate e vinte in modo gradevole non possono essere sufficienti a ripagare la delusione di non essere riusciti a giocarci la serie B contro squadre che abbiamo brillantemente affrontato, dato che nelle 4 gare contro le finaliste Atletico Roma e Juve Stabia abbiamo collezionato 10 punti.

Nessuno mi aveva richiesto la Serie B, così come nessuno mi ha rimproverato di non aver raggiunto i playoff. Ma proprio questo è il punto: io, nella città di Foggia, con l’amore e la passione che avverto in ogni istante attorno a me, non riesco a sopportare l’idea di dover gareggiare senza la necessità o l’ambizione di vincere.

Così come nella stagione appena trascorsa, nemmeno nelle prossime la mia sola presenza sarebbe bastata a raggiungere il primo posto. Continuare a valorizzare calciatori di altri club non contribuisce alla crescita della Società. E’ impensabile pensare di poter continuare a lavorare quando si capisce che il proprio obiettivo non coincide con quello del Patron.

In risposta alle dichiarazioni della Società ed alla confusione che si è generata intorno alla questione “Zeman sì – Zeman no”, voglio precisare che dal 21 maggio, due giorni prima della mia ultima conferenza stampa a Foggia, ho comunicato la mia decisione di non continuare il mio rapporto ed in tutti gli incontri a seguire (avvenuti dietro insistenza societaria, mai per mia volontà ed ai quali non mi sono negato solo per pretesa amicizia) ho ribadito la stessa intenzione senza mai dire mezza parola che potesse essere fraintesa come un possibile ripensamento, per cui sono rimasto esterrefatto dalle reazioni e dalle accuse di chi conosceva benissimo la mia decisione e le mie motivazioni.

Riguardo all’eventuale accusa di “tradimento” nel caso in cui dovessi allenare un’altra squadra, voglio ribadire che, sentendomi un allenatore, mi piacerebbe poter lavorare dove si rispettano gli impegni presi.

IO li ho rispettati.

Zdenek Zeman

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