Intervista a Carparelli, esempio e cuore di Pisa

La baby-speranza Francesco Forte si ispira ogni giorno a lui. E Marco Carparelli raccoglie con piacere i complimenti e la stima del giovane compagno anche perché il capitano nerazzurro, a dispetto delle 35 primavere, ha ancora lo spirito da ragazzino terribile che lo ha sempre accompagnato durante la sua lunga e brillante carriera.

“All’età di Forte – racconta capitan Carparelli – io ero in procinto di debuttare in serie A. Mi sembra con la maglia della Sampdoria. E’ passato tanto tempo ma ricordo ancora quelle emozioni e per questo capisco quello che sta vivendo Francesco”.

  • Carparelli-Forte….

“Una coppia niente male. Io col destro, lui col sinistro…”.

  • Dove può arrivare il giovane nerazzurro?

“Può diventare un grande giocatore a patto che resti umile e continui ad allenarsi e ad ascoltare i consigli come ha sempre fatto fino ad oggi. Forte ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per far bene e anche per darci una mano pur in un campionato difficile come quello di Lega Pro”.

  • Un campionato che Marco Carparelli ha disputato da grande protagonista…

“Sono molto soddisfatto della mia stagione. Ad inizio campionato avrei firmato per arrivare in doppia cifra e alla fine ho raccolto 11 reti e qualcosa come 7 legni tra pali e traverse. Senza considerare che ho dovuto saltare alcune partite per infortuni o squalifiche”.

  • E alla fine è arrivata una meritata salvezza?

“Tutta la squadra si è impegnata al massimo per questo traguardo e ha fatto qualcosa di veramente importante”.

  • Il gol più bello?

“Sicuramente quello realizzato contro il Taranto all’Arena. Mi è capitato poco tempo fa di rivedere in tv l’azione e ho sgranato gli occhi… Ma come ho fatto? Scherzi a parte, quello è stato davvero un grande gol. Quando sto bene fisicamente e mentalmente come mi capita da quando sono a Pisa tutto mi viene più facile e naturale”.

  • Il gol-mancato che rimpiange?

“Sicuramente quello di Benevento. Andai a colpire la palla a botta sicura ma il portiere fece un intervento strepitoso. Incredibile…”.

  • Paura di non farcela?

“Mai. Anche nei momenti più difficili ho sempre creduto nei mezzi di questa squadra. Non meritavamo assolutamente di stare in fondo alla classifica e avevamo semplicemente bisogno di una scossa che è arrivata assieme a mister Pagliari”.

  • Qual è stato il segreto del tecnico marchigiano?

“Ha cambiato la mentalità della squadra, a cominciare dalle sedute di allenamento. E’ aumentata l’intensità, la concentrazione e nel giro di pochi abbiamo iniziato a remare a tutta e uniti nella stessa direzione. La squadra ha cambiato volto ed è stato difficile per tutti metterci sotto”.

  • E anche la tifoseria ha capito il vostro cambio di rotta…

“La gente di Pisa non ci ha mai abbandonato e questo per noi è stato fondamentale. Ovviamente nel finale di stagione abbiamo cambiato passo tutti assieme ed è cresciuto l’entusiasmo in città e allo stadio. Purtroppo il calcio non è più quello di una volta: gli stadi per mille motivi si stanno svuotando e diventa sempre più difficile seguire la propria squadra del cuore. Pisa però, pur con una riduzione nelle presenze allo stadio, resta un’isola felice perché l’Arena è rimasto uno dei pochi stadi capaci ancora di farti emozionare”.

  • fonte: Ufficio Stampa Ac Pisa

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