Riforma Lega Pro, il no di Demetrio Albertini

Altro che riforma, solo un taglio e nulla più. Per Demetrio Albertini, vicepresidente della Figc, quella paventata in Lega Pro non è una vera e propria riforma, semmai un taglio privo di progettualità e condivisione: la riduzione a 60 squadre, in un’unica categoria da tre gironi, non piace all’Assocalciatori che lo fa sapere per bocca di Albertini.

Le parole del vicepresidente Figc, il quale assicura che nel Consiglio federale del 7 agosto una riforma del campionato così concepita non avrà il parere favorevole dell’Aic:

“Ricordo dirigenti federali con ben più esperienza della mia ripetere che non esiste un numero magico. Sessanta club? Potrebbero essere di più, o anche meno. Siamo d’accordo che i 90 club di un tempo oggi siano insostenibili. Ed infatti con il blocco dei ripescaggi si è già scesi di numero. Ma chi garantisce che i 60 di cui si parla oggi assicurino autosufficienza economica, stipendi in regola, meno penalizzazioni, settori giovanili efficienti? In democrazia è rispettabile ogni proposta, anche nelle diversità. E vorremmo che fossero ascoltate anche le nostre. A cominciare da quella di abbassare sì il numero dei club, ma inserendo anche le seconde squadre e conservando le due categorie. Le seconde squadre esistono in Germania, Inghilterra, Francia, Portogallo. Ricordo che in Spagna l’82% dei giocatori diventati campioni del mondo hanno militato nelle seconde squadre. Abbiamo società professionistiche virtuose che vanno difese e devono vedere il loro lavoro, sia economico che sportivo, valorizzato. Abbiamo una Lega nazionale dilettanti molto importante diffusa in tutta Italia. Credo che tutti debbano giocare a calcio, non tutti possano fare i professionisti e ciò vale sia per i calciatori che per le società”.

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