Siracusa, Ugolotti: “Vediamo di che pasta siamo fatti”

Dopo aver diretto la seduta d’allenamento Guido Ugolotti, allenatore del Siracusa,si è intrattenuto, con gli organi d’informazione per la consueta intervista pre gara.

Un girone fa, proprio contro la Nocerina, iniziava l’era Ugolotti sulla panchina azzurra. Grande prova di maturità in quella gara per gli azzurri, che dimostrarono di poter dare una svolta al proprio campionato. Prova di maturità che il tecnico Ugolotti chiede ai suoi ragazzi di ripetere domenica.

  • Il Siracusa, unica squadra riuscita a mettere ko la Nocerina di Auteri, arriverà alla gara del “San Francesco” ben motivato e con molta grinta.

“Una vittoria sarebbe importante e darebbe più convinzione in quello che la squadra sta facendo”, ha detto nel corso dell’intervista l’allenatore Ugolotti.

“Spero sia una bella partita. Sono molto curioso di vedere il mio Siracusa all’opera di fronte a circa 7.000 spettatori. Voglio proprio vedere di che pasta siamo fatti”, esordisce così Ugolotti.

I campani, con 51 punti, stanno facendo un campionato straordinario. “La Nocerina sta facendo un grande campionato e bisogna riconoscergli i giusti meriti. Affronteremo la prima della classe e di conseguenza le motivazioni saranno tantissime. Sono una squadra molto aggressiva e che gioca bene a calcio”.

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Taranto, il carcere e una storia tutta da leggere

C’è una storia troppo bella per non essere raccontata. E sul sito del Taranto Calcio l’abbiamo trovata descritta così bene, con così tanta passione, che sarebbe stato un peccato intervenire per cambiarla. Ecco la cronaca di un incontro speciale, quello tra i giocatori tarantini e carcerati della Casa Circondariale.

“Tutti i detenuti insieme, pronti a lottare e sostenervi per il grande sogno della nostra città. Forza Taranto”.

Al sito di una società spetterebbe il compito di comunicare attraverso informazioni di servizio, dati e note ufficiali. Chiediamo venia ai puristi, informando che una delegazione della AS Taranto (Hulls, Marras, Petrocelli, Mezzina, Sebastio, Dionigi, Passiatore, Barasso, Bremec, Sabatino, Di Dio, Giorgino, Rantier, Pensalfini, Panarelli) ha fatto visita alla Casa Circondariale e chiedendo loro di non proseguire nella lettura. Perché è ciò che la AS Taranto Calcio ha trovato al di là delle sbarre ciò che vorremmo descrivere. Per non dimenticare questa giornata e il senso di quelle parole affidate ad uno striscione, da cui abbiamo ci piace cominciare questo viaggio.

  • In via Speziale, ventiquattro anni dopo

Correva il 1987 l’ultima volta che il Taranto ha fatto ingresso nella locale Casa Circondariale. Ogni domenica attendiamo di conoscere quanti tifosi verranno a farci visita, portandoci il loro carico di calore. Consapevoli dell’esistenza di un esercito di assenti-presenti. Di gente che porta il Taranto nel cuore, pur non avendo la possibilità di stare vicino ai ragazzi in campo. Da qui l’idea di far visita noi a una parte di questi, di tornare a ventiquattro anni di distanza, nella Casa Circondariale.

  • Una malattia contagiosa

Il Taranto? La malattia di questa città. Lo sanno, per abitudine ed esperienza, Giorgino e Barasso. Lo sente, per origini, Panarelli. Lo realizza Rantier, e lo capisci quando racconta di una partita che ha giocato in un carcere francese, ma in un clima completamente differente. Lo scoprono stupiti tutti gli altri. Operatori sociali, polizia penitenziaria e detenuti: il Taranto deve ancora cominciare la sua visita in via Speziale che viene sommerso dall’abbraccio di questa parte della città. “E’ una malattia”, l’affermazione più ricorrente. Commuove vedere il piccolo Di Dio, appena giunto in riva allo Ionio, mentre scopre il Taranto dei De Vitis, degli Spagnulo, dei Monza e dei Riganò attraverso… le immagini appese in un carcere. Benvenuto, ragazzo: questa è Taranto.

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Tatò chiama a raccolta i tifosi del Barletta

E’ un Roberto Tatò che finalmente può trascorrere qualche giorno sereno. La bella vittoria di Foggia ha ridato morale a tutta la tifoseria del Barletta, figuriamoci al presidente biancorosso che nelle scorse settimane ha visto scivolare il suo morale a quote preoccupanti. Ora, la vittoria contro la squadra di Zeman è un ricordo, e che ricordo. Bisogna già pensare a domenica prossima, alla sfida contro la Ternana, che definire spareggio-salvezza sembra assai banale. A tal proposito, il numero uno della società biancorossa, chiama a raccolta tutta la tifoseria del Barletta.

  • “E’ -dice Tatò- il momento più delicato della stagione. La vittoria di Foggia ci ha ridato speranze di salvezza e ci ha riavvicinato a  quelle squadre che occupano i posti che consentono di rimanere in questa categoria. Domenica prossima arriva la Ternana e sappiamo tutti dove potrebbe proiettarci in classifica, un’eventuale successo contro la squadra umbra. In questo momento chiedo da presidente e da tifoso che la maggior parte della tifoseria sia vicina alla squadra, anche nelle gare esterne. Con tutto il rispetto per le proprie idee, i propri ideali, chiedo di sospendere, fino al termine del campionato anche la questione legate alla “tessera del tifoso”, questione che rispetto e che ognuno ha il diritto di interpretare in maniera personale, ma credo che in questo momento sia più importante l’amore e la passione verso la propria squadra del cuore, la squadra della propria città”.

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La Nocerina passa. Ma il Barletta lamenta torti arbitrali

BARLETTA – NOCERINA 1-2

Barletta: Di Masi, Galeoto, Frezza, Guerri (42′ Carbonaro), Lucioni, Maino, Bellomo, Zappacosta (48’st Margiotta), Innocenti, Rajcic (20’st Geroni), Rana

A disp: Gabrieli, Ischia, Lorusso, D’Allocco, Margiotta,

All. Nicola Di Bitonto

Nocerina: Gori, Nigro, De Franco, Di Maio, Scalise, De Liguori, Bruno, Bolzan (13’st Pomante), Negro (48’st Petrilli), Castaldo (16’st Marsili), Catania.

A disp: Amabile, Servi, Galizia, Cavallaro, Petrilli,

All Gaetano Auteri

Arbitro: sig. Mariani di Aprilia

Marcatori: 20′ Castaldo, 55’De Liguori, 71′ Geroni

Amm: Nigro (N), Bolzan(N) Catania(N)

Espulso: 33′ De Franco per doppia ammonizione

La Nocerina – fermata lunedì scorsa da un ottimo Benevento – riprende a correre e lo fa da un campo difficile come quello del Barletta. A parziale scusante per i padroni di casa, le tante assenze: Anselmi, Agnelli, Infantino, Simoncelli, Dossena, Masiero, Picone e Tesoniero. Più di mezza squadra ferma ai box, che costringe Sciannimanico a gettare nella mischia dal primo minuto i nuovi arrivi Innocenti, Rana e Zappacosta.

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Spal, finalmente tutta la squadra al completo

Buone notizie in casa Spal. Intanto, per il secondo giorno consecutivo è stata una seduta tecnico-tattica tutta al sole. In poche occasioni a gennaio è possibile stare in campo senza soffrire il freddo, ma oggi è stata una di quelle!

A riscaldare però l’animo dei tifosi spallini, c’è anche un’altra buona notizia. Per il secondo giorno consecutivo l’infermeria biancazzurra è rimasta vuota. Poco lavoro per la dottoressa Giagnori. Squadra quindi in campo dalle ore 10 alle 11.45. Tanto pallone e partitella a due versioni: con porte e senza.

La prima gara è stata disputata senza gli estremi difensori che nel frattempo lavoravano con il preparatore Alessandro Lazzarini. Poi con i portieri si è giocato in un rettangolo lungo una sessantina di metri e largo trenta. Al fischio finale tutti sotto la doccia.

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Gubbio, tutti i numeri di una capolista

I segreti di una capolista sono molti. E non possono essere soltanto racchiusi nella fortuna, nella forza fisica, nella programmazione, nella bravura tecnico-tattica.

Per questo – spesso – anche nel calcio (la materia meno scientifica per eccellenza)i numeri possono darci manforte. Ecco, allora, quelli del Gubbio. Con quindici gol al passivo quella del Gubbio, insieme a quella della Spal, è la seconda migliore difesa del girone A di Prima Divisione. Solo l’Alessandria può vantare un gol in meno (14).  Ma se dal conteggio meramente statistico escludiamo i cinque gol subìti a Cremona alla prima di campionato, le successive dieci reti incassate in 17 partite pongono il pacchetto arretrato rossoblù sul podio d’oro.

Nessuna squadra infatti ne ha subiti così pochi dalla seconda di stagione fino a domenica scorsa. E questo è sicuramente uno dei segreti del Gubbio leader in classifica. Oltre a ciò anche la disposizione tattica e la predisposizione della squadra votata sempre alla ricerca della vittoria. Con dodici successi il team rossoblù è il primo del girone. Solo la Nocerina, che nel raggruppamento B sta facendo sfraceli, ha fatto altrettanto.

Il Gubbio detiene anche un altro record, stavolta in coabitazione con il Gela, sempre del girone B: quello dei pareggi. I “lupi”, così come i siciliani, ne hanno collezionato uno soltanto. Infine l’attacco: con 25 reti all’attivo i rossoblù sono terzi, dietro a Sorrento e Spal e sullo stesso gradino della Reggiana. I numeri, come sempre, parlano un linguaggio inequivocabile e sono alla base dei successi finora inanellati dalla squadra di Torrente che con sette vittorie consecutive vanta la striscia da tre punti più lunga. Infine c’è anche un altro dato che deve far riflettere, in quanto a gol segnati: quello della coralità della manovra.

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