Il Sorrento e quel sogno di capitan Nicodemo

Prima di appendere le scarpette al chiodo alla veneranda età di 37 anni, e con alle spalle quasi 500 partite da professionista, Attilio Nicodemo ha solo un sogno nel cassetto: portare il Sorrento in serie B con la fascia da capitano. Lui, uomo di poche parole e tanta fatica, lavoratore del centrocampo e mediano come quello cantato da Ligabue, mai una parola fuori posto o una voce più alta del solito, è pronto per la battaglia di Verona contro l’Hellas. Una gara da 25mila spettatori.

“Ma in campo giocheremo 11 contro 11 ed è questo ciò che conta di più” taglia corto il capitano. “Oggi – spiega il centrocampista rossonero – c’è in palio la serie B. Questo basta e avanza per garantire che, in campo, la squadra darà tutto, andando oltre le proprie possibilità. Dopo tre salvezze anticipate e la vittoria della coppa Italia del 2009, ci giochiamo la conquista di un traguardo storico, per tutti. A cominciare proprio dal presidente Mario Gambardella, che merita una gioia del genere dopo tanti sacrifici, soprattutto economici”.

Prima bisognerà però passare indenni dlle forche del Bentegodi. In campionato a Verona finì 1-1. Un risultato che andrebbe di lusso, vista la posizione di classifica. “A queste cose non ci dobbiamo pensare. E’ vero, siamo arrivati secondi e rispetto al Verona abbiamo qualche piccolo vantaggio. Con due pareggi passeremmo, sarebbe però un errore gravissimo andare lì con questa mentalità. Domenica, al Bentegodi, il Sorrento farà la sua onesta partita, giocherà con attenzione e personalità senza però snaturare la propria vocazione. Che è quella di attaccare e cercare sempre la via del gol”.

foto: ufficio stampa Sorrento Calcio

 

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