Verona, Mancini: «Siamo solo a metà dell’opera»

“Siamo a metà dell’opera, nonostante una vittoria bella ed importante. Questo è un gruppo unito, ci piace lavorare con passione e divertimento. La ritengo un’arma importante”. Analisi concreta quella di Manuel Mancini, che ha sottolineato la validità della rosa a disposizione di Mandorlini. Ceccarelli e compagni indirizzano la propria concentrazione al lavoro quotidiano, più che alle sterili polemiche relative agli arbitraggi: “Non ascolto le dichiarazioni altrui, rispetto certi pensieri pur non condividendoli. Il giudizio del campo è quello che conta, ci teniamo stretto il 2-0 pur sapendo di dover dare ancora tanto”.

Una ulteriore insidia per i gialloblù sarà rappresentata dal terreno di gioco del campo “Italia”: “Non siamo abituati al sintetico, ma vantiamo buone qualità tecniche. Il match disputato in campionato ci ha già insegnato qualcosa, possiamo fare bene. Sia come individualità che come collettivo quella campana è una squadra attrezzata, un giocatore come Erpen può fare la differenza. Che non ci sia Paulinho è una cosa positiva per noi, anche se mi dispiace che non possa prendere parte a questo appuntamento”.

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Spal, toh chi si rivede: Cipriani e Fofana

Infermeria spallina quasi completamente vuota. Martedì, al primo allenamento settimanale, forfait solamente del difensore Milan Bortel. Fatale una leggera distorsione alla caviglia destra, che si presenta ancora gonfia dopo 48 ore dalla gara giocata domenica scorsa contro il Ravenna. Stop di qualche giorno e, a questo punto, diventa a forte rischio la sua presenza per la trasferta di Alessandria. In campo si è invece finalmente rivisto Giacomo Cipriani. Il bomber spallino ha svolto un differenziato con capitan Marco Zamboni e Paolino Rossi. Gli ultimi due non hanno problemi e domani dovrebbero lavorare con il resto del gruppo. Dopo tre settimane sono tornati con i compagni di squadra anche Fabrizio Melara e Mohamed Fofana. Hanno lavorato mettendosi a completa disposizione del tecnico Gianmarco Remondina.

Ieri, rispetto alle altre settimane, il tecnico Gianmarco Remondina ha fatto svolgere solo una seduta di allenamento. La squadra si è infatti trovata nel pomeriggio alle ore 15. Tutti sotto il sole per due ore fino alle 17. Parte atletica e partita finale. A parte preparazione differenziata per Colomba, Zamboni e Cipriani. L’attaccante sta correndo ma non sarà disponibile per Alessandria. Forse tornerà per uno spezzone di gara nell’ultima interna contro il Como ?

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Il Sorrento si prepara per la sua prima volta al “Picco”

Reduce dalla vittoria sul Gubbio nell’ultima di campionato, il Sorrento sta lavorando sodo al campo Italia per riprendere la preparazione in vista del prossimo incontro valido per la penultima giornata di campionato che lo vedrà impegnato sul campo dello Spezia.

Alla seduta erano presenti tutti i componenti la rosa di prima squadra con la sola eccezione del brasiliano Paulinho fermo per la frattura dell’omero del braccio sinistro. Il centrocampista Niang ancora alle prese con uno stiramento al flessore della gamba sinistra si è allenato a parte.

Regolarmente in campo Marco Armellino che non aveva potuto prendere parte alla gara con il Gubbio per una botta alla caviglia accusata durante la rifinitura del sabato.

Prima ci sono stati esercizi atletici intervallati da una esercitazione su campo ridotto undici contro undici. Ieri la preparazione dei rossoneri è proseguita con la consueta doppia seduta del mercoledì.

Venendo ai provvedimenti disciplinari adottati dal Giudice Sportivo della Lega Pro il Sorrento per l’incontro con lo Spezia, dovrà fare a meno di Attilio Nicodemo e Claudio Corsetti che, essendo già in diffida, a seguito delle ammonizioni ricevute nell’incontro con il Gubbio dovranno scontare un turno di squalifica.

Analogamente il cartellino giallo ricevuto a seguito del fallo su Daud che ha generato la punizione del momentaneo pareggio del Gubbio ha mandato in diffida il difensore Roberto De Giosa.

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Spezia, D’Adderio: “Dobbiamo trovare la forza per reagire”

Tornato in settimana alla guida dello Spezia, il tecnico Salvo Fulvio D’Adderio, torna in sala stampa, consapevole che l’impegno di domenica al “Bentegodi” non si presenta come una partita semplice, ma deciso a mandare in campo una squadra capace del massimo impegno possibile, nonostante siano diversi i giocatori non al meglio:
“Il momento non è certo dei migliori; questa squadra ha subìto domenica un duro colpo al morale. Mi auguro le cose pian piano cambino e che i ragazzi trovino la forza per reagire presto. Abbiamo qualche giocatore che non ha potuto allenarsi molto durante la settimana, e per questo le mie valutazioni saranno fatte all’ultimo momento, non prima di aver parlato con ognuno di loro; sono certo che mi daranno la loro disponibilità, magari non per l’intera partita. Cesarini? oggi si è allenato con la squadra, ma anche Musetti e Marchini hanno stretto i denti. Sono alternative importanti”.

Un rientro quello del tecnico molisano dopo 6 mesi lontani dalla Liguria e dalle gesta dei bianchi:
“Non ho seguito volutamente la squadra in questi mesi; troppa la sofferenza nel non poter dare il mio contributo alla causa. L’accoglienza del gruppo? è un pò come il primo giorno di scuola con i nuovi allievi attenti a non sbagliare nulla, intenti a studiarti e giudicarti; chi già mi conosceva, e magari non aveva trovato spazio, che mi considera un brutto professore, e chi invece ha fatto bene con me che mi considera un buon professore. Una cosa deve essere chiara: non sono mai prevenuto; giudico le persone per quello che mi dimostrano in campo. Non mi preoccupo del passato, in campo giocatori pronti per la causa, partono tutti alla pari. La situazione di Fiorillo? è un giovane, deve essere sereno per aver dato il massimo; poi sta a noi sostenerlo. In tutti i ruoli saranno fatte le dovute scelte. Se immaginavo questo scenario? nella vita può succedere di tutto; ad esempio non pensavo di essere esonerato, come non immaginavo di poter tornare, almeno da allenatore”.

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Bassano, la storia di Moro. In campo dopo un anno e mezzo di stop

L’emozione più grande dell’ultimo fine settimana giovanile in casa Bassano l’ha regalata sicuramente Andrea Moro, trequartista classe 1993 della nostra Berretti.

Il suo talento era stato fermato nell’ottobre 2009 da gravi problemi di salute, dopo che nella partita precedente il ricovero ospedaliero aveva timbrato il cartellino con un eurogoal alla Sambonifacese nel campionato Allievi Nazionali.

Con Andrea abbiamo scambiato qualche parola, un botta e risposta integralmente riprodotto senza apportare alcuna modifica alle sue risposte.

  • Andrea, come stai intanto?

«Mi sento bene…la mia battaglia non è ancora finita, ma spero che la vittoria sia presto vicina. Credo che al più presto vedrò la mia totale guarigione».

  • A volte le esperienze, specie se forti, ci fanno particolarmente crescere. Cosa ci dici al proposito?

«Fino a poco tempo fa consideravo queste affermazioni delle frasi di circostanza invece,  dopo aver vissuto e visto tanto dolore e sofferenza, posso solo condividere..Ti rendi conto di ritrovarti diverso, più “grande”…non lo hai di certo voluto ma, comunque, lo hai vissuto e te lo porterai per sempre. A volte, mi sembra, che tanti “problemi” che le persone mi espongono siano di poca rilevanza a confronto di ciò che altre persone che soffrono provano. E così mi dico :” Anche questa dura esperienza mi ha portato qualcosa di “buono”…»

  • Il ritorno in campo in una gara ufficiale dopo un anno e mezzo, un’emozione per tutti. E per te?

«Ero veramente emozionato..la voglia di rimettermi in gioco è stata forte anche se non nascondo un certo timore..in fondo mancavo da una partita ufficiale da un bel po’ di tempo e non conoscevo direttamente il livello fisico della categoria..Mi ha particolarmente emozionato l’affetto che ho sentito nell’applauso quando sono entrato in campo, la vicinanza dei miei compagni di squadra e il loro abbraccio dopo le reti. Ho sentito la sincera vicinanza del Mister, dei Dirigenti e del Responsabile del Settore Giovanile che sempre hanno creduto in me e continuano a farlo».

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Nocerina, la caduta degli Dei. Passa il Carpi, fuori dalla Coppa Italia

NOCERINA – CARPI 1-2

  • MARCATORI: 8′ st Cesca (C), 23′ st Cioffi (C), 36′ st rig. Cavallaro (N).
  • NOCERINA (3-4-3): Amabile; Servi, Di Maio, Riccio; Nigro (1′ st Scalise) Marsili, De Martino (7′ st De Liguori), Petrilli; Galizia, Ripa (25′ st Bolzan), Cavallaro. A dispo.: Chinchio, Pomante, Pepe, Bruno. All. Auteri.
  • CARPI (4-3-1-2): Mandrelli; Poli, Cioffi, Dascoli, Caselli; Di Martino (1’st Perini), Guilouzi (19′ st Sogus), Cenetti, Bigoni; Cesca, Nicolini (26′ st Cicino sv). A disp.: Bastianoni, Marietti, De Souza, Peron. All. Sottili.
  • Arbitro: Pasqua di Tivoli
  • NOTE: spettatori 1500. Espulsi: Riccio al 33′ st per scorrettezze e Nicolini per proteste dalla panchina. Ammoniti: Di Maio, Guilouzi, Marsili e Cicino. Angoli: 10-2 per la Nocerina. Recupero: 0’pt e 4’st.

La caduta degli Dei. Dopo aver vinto nella gara d’andata per 1-0, la Nocerina sciupa tutto nella semifinale di ritorno contro un ottimo Carpi, uscendo dunque dalla Coppa Italia di Lega Pro. Non bastano i tanti sostenitori (circa 1.500) giunti in un giorno comunque feriale per sostenere la squadra di Auteri che, imbottita di seconde linee, paga quindici minuti di black out nella ripresa. Cesca e Cioffi ribaltano l’1-0 dell’andata e per la Nocerina è notte fonda.

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Juve Stabia prima finalista di Coppa Italia

PISA – JUVE STABIA 1-1

  • Reti: 27´ pt Obodo (P), 4´ st Corona (JS)
  • Pisa (4-4-2): Lanni, Ton, Bizzotto, Stendardo, Sereni, Audel, Amoroso (10´ st Guidone), Obodo, De Oliveira, Fanucchi, Forte (10´ st Ilari). A disp.: Adornato, Calori, Reccolani, Bartalini, Favasuli. All.Pagliari.
  • Juve Stabia (3-4-3): Fumagalli, Fabbro, Maury, Scognamiglio, Dicuonzo, Davì (30´ st Marano), Mezavilla, Pezzella, Tarantino (12´ st Valtulina), Corona, Mbakogu (16´ st Raimondi). A disp.: Vono, Pitarresi, Danucci, Rizza. All. Braglia
  • Arbitro: De Faveri di San Donà di Piave.

Espulsi: Maury al 33´ st, Fabbro al 41´ st

  • Ammoniti: Davì, Mbakogu, Sereni, Maury
  • Angoli: 8-3

E’ durato poco più di un tempo il sogno del Pisa di acciuffare in rimonta la finale della Coppa Italia-Lega Pro. I ragazzi di mister Pagliari, usciti tra gli applausi del pubblico dell’Arena, hanno impegnato severamente la Juve Stabia sospinta al turno successivo dalla giocata del suo uomo immagine Giorgio Corona. Un gol quello segnato dopo 60 secondi dall’inizio della ripresa, che ha praticamente spento le speranze di un Pisa che nei primi 45 minuti aveva trovato meritatamente il gol con Obodo e aveva messo in mostra una ottima organizzazione di gioco. Da segnalare anche il ritorno in campo di Christian Amoroso, per l’occasione con la fascia di capitano e sempre nel vivo del gioco. Bravo anche il giovane classe ’93 Francesco Forte che ha lottato su ogni pallone contro una delle migliori difese della categoria.

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Spezia, D’Adderio: «Felice di essere tornato»

Com’è nello stile del rientrante tecnico molisano, Salvo Fulvio D’Adderio, poche porole ma concetti ben chiari ed una gran voglia di riprendere da dove aveva lasciato, in seguito alla sconfitta di Bolzano alla 5° giornata:

“Sono sinceramente onorato per essere stato richiamato, non ci credevo davvero. Fino a ieri mattina ho svolto la mia normale giornata di padre, poi la chiamata di un numero sconoscuito. Era il Presidente che mi ha chiesto la disponibilità a tornare sulla panchina dello Spezia; non ho voluto sentir parlare di scuse, non era giusto, solo il tempo di prendere un pò di roba e mi sono avviato. E’ la prima volta che sono felice di lasciare la mia famiglia, per me questo è un vero onore, torno a quella che è stata come una seconda famiglia, dove mi hanno dimostrato calore, ma soprattutto rispetto. Il mio stato d’animo? Un misto di felicità per essere tornato, e rabbia per il tempo perso”.

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