VIDEO Pro Vercelli – Avellino 4-1: tutta la gioia di Braghin

Maurizio Braghin. Chissà cosa si dice, in occasioni come queste, alla fine della gara, quando i giocatori si rivedono negli spogliatoi. Nella circostanza, il Pro Vercelli aveva appena finito di sbranare i Lupi dell’Avellino (lupi per agnelli, verrebbe da dire) in seguito a una prestazione che definire impeccabile sarebbe quasi eufemistico.

Eppure, è così: se nella prima parte di gara i padroni di casa hanno prima faticato per sbloccare il risultato e poi si sono messi di buzzo buono per vanificare il pareggio di Lasagna (non fosse per il gol, anche lui malissimo come il resto della ciurma irpina), la ripresa è stata da manuale del calcio.

Piemontesi sugli allori e capaci di beneficiare di una carica di adrenalina pazzesca: alcune vittorie sono più importanti di altre perchè ti danno consapevolezza dei mezzi a disposizione. Accade quando riesci a battere una delle favorite per la promozione oppure quando – ed è questo il caso – ti si presenta di fronte una squadra di mezza classifica e la fai a brandelli.

Di là: essere Giovanni Bucaro, da ieri sera, ci piacerebbe molto poco.

 Non tanto per la sconfitta (la seconda consecutiva) quanto piuttosto per la maniera in cui è maturata. Modalità da resa incondizioanta che fanno spavento e, ancor di più, lasciano riflettere su un dettaglio: vuoi vedere che a furia di pensare che le sconfitte irpine siano state casuali, ti trovi poi a maturare la riflessione che di casuale ci sono state solo le vittorie?

Tradotto: la squadra non gira, mancano parecchie cose e, ancora di più, manca il gioco. Neppure capitan De Angelis, in mezzo a tanto anonimato, avrebbe potuto fare molto. L’intervista di Braghin è a tal punto meritata che riportarla pare doveroso.

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